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martedì 05 Novembre 2024
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Caffè Borbone ricicla i sacchi in shopper per i regali e dà lavoro ai ragazzi di don Mazzi

Dare linfa vitale a qualcosa che altrimenti sarebbe stato buttato via costituisce da sé un bel traguardo, se poi si riesce a trasformare l’idea in una concreta opportunità di lavoro, la soddisfazione è doppia. A questo proposito, le shopper di juta saranno realizzate dai ragazzi della piccola Cooperativa Sociale “I Camminatori di Exodus” nata in seno alla sede della Fondazione Exodus di don Mazzi a Tursi, Matera

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NAPOLI – La visione ecosostenibile spesso è scritta nel dna di un’azienda, nel suo modo di
“fare impresa”. È il caso di Caffè Borbone, che è sempre alla ricerca di soluzioni green che rispettino l’ambiente, e che le attua sia grazie all’apporto della tecnologia, sia con il semplice buon senso. A volte le idee semplici sono vincenti: come quella di recuperare gli imballaggi, dando nuova vita a qualcosa che altrimenti sarebbe un rifiuto. In nome dell’ecosostenibilità nasce l’idea di recuperare i sacchi di juta, che contengono il caffè crudo, un modo per trasformare un “rifiuto” in una buona opportunità. Un potenziale scarto che, grazie all’idea “Eco Logica” di Caffè Borbone, si trasforma in qualcosa di utile. Ed ecco che i sacchi di juta dell’azienda si trasformano in utili shopper, utilizzate dall’azienda per contenere gli omaggi, un’idea che completa il Kit “Accessori Compostabili” con palette in legno di betulla biodegradabili e bicchieri e cialde compostabili, perfette per la trasformazione in compost.

Sacchi di juta: Caffè Borbone dà nuova vita agli scarti

Dare linfa vitale a qualcosa che altrimenti sarebbe stato buttato via costituisce da sé
un bel traguardo, se poi si riesce a trasformare l’idea in una concreta opportunità di lavoro, la soddisfazione è doppia. A questo proposito, le shopper di juta saranno
realizzate dai ragazzi della piccola Cooperativa Sociale “I Camminatori di Exodus” nata in seno alla sede della Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi a Tursi, Matera, realtà che da oltre 35 anni lavora sul territorio nazionale per il recupero di ragazzi che vivono situazioni di disagio e dipendenze, il cui principale l’obiettivo di accompagnare e reinserire a livello socio-lavorativo i ragazzi che hanno concluso il loro percorso terapeutico in comunità.

Don Antonio Mazzi

Il commento del direttore marketing di Caffè Borbone – Mario De Rosa – a proposito dell’iniziativa:

“Caffè Borbone fa dell’ecosostenibilità una dei punti cardine della propria mission, investendo risorse ed energie nella ricerca&sviluppo per trovare soluzioni sempre più innovative che rispettino l’ambiente. Il recupero e il riciclo sono altre delle azioni che
caffè Borbone mette in campo per preservare l’ambiente, restituendo valore a quello che
normalmente rappresenterebbe un rifiuto.

Da qui nasce l’idea di recuperare i sacchi di juta utilizzati per il trasporto del “caffè crudo” il seme del caffè, un’operazione che ha una triplice valenza: recuperare gli imballaggi, creare un oggetto utile dare un’opportunità, generando lavoro. Questo progetto è il nostro modo di onorare il concetto più nobile dell’ecosostenibilità: ridare nuova vita a dei potenziali rifiuti.”

La shopper

Piera Vitelli, responsabile sede e presidente cooperativa – a tal proposito – commenta:

“Questa iniziativa si sposa appieno con il percorso e gli obiettivi del nostro lavoro. Lavorare e ridare nuova vita agli scarti è proprio del dna di Exodus. Don Antonio, infatti, ripete sempre ai nostri ragazzi che è facile che, con le loro storie i ragazzi si sentano ai margini, scartati, ma tutti possiamo sempre “rinascere”, prendere nuova vita”. Non solo, questa è anche una grande opportunità per dimostrare che il mondo profit può incontrare e lavorare insieme al non profit…Una sfida che possiamo vincere insieme”!

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