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Caffè Borbone: per 140 milioni il 60% a Italmobiliare, Renda al 40. E il fatturato ’17 vola a 94 milioni

L'operazione nasce soprattutto per finanziare l'espansione all'estero: Europa, Usa e Cina. Anche attraverso il Web e l'e-commerce dove Borbone è già attivo da tempo. Il record dell'incremento dei fatturati del 40% all'anno

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MILANO – Via libera alla cessione del pacchetto di maggioranza di Caffè Borbone. L’azienda di Caivano (Napoli) entra nell’orbita di Italmobiliare, la holding quotata alla borsa di Milano e che fa capo alla famiglia Pesenti.

L’annuncio è giunto la sera di giovedì 29 marzo con una nota ai media di Italmobiliare, al termine di una lunga e complessa trattativa protrattasi per mesi. Confermando le voci che circolavano da tempo negli ambienti finanziari meneghini.

Voci che Comunicaffè aveva prontamente intercettato riferendone puntualmente ai propri lettori il 28 febbraio scorso.

I termini dell’operazione

In base agli accordi raggiunti, L’Aromatika srl – la società che possiede il marchio Caffè Borbone – sarà controllata da una NewCo nella quale Italmobiliare – a fronte di un investimento di circa 140 milioni – deterrà il 60%, mentre il 40% continuerà a fare capo al fondatore Massimo Renda.

Settore ad alta crescita

“Con questa nuova operazione – ha spiegato il consigliere delegato di Italmobiliare, Carlo Pesenti – che permette di ampliare il perimetro del nostro portafoglio di partecipazioni, entriamo in un settore caratterizzato da un alto tasso di crescita e con ulteriori potenzialità di sviluppo”.

Caffè Borbone, un brand vincente

“La scelta di puntare su Borbone – continua Pesenti – per entrare nel mercato del caffè, e più in particolare nel segmento più dinamico delle cialde e capsule, è supportata dal valore di un brand apprezzato e vincente, dall’efficienza produttiva e dalla visione e capacità imprenditoriale che il fondatore e il management continueranno a imprimere per il futuro dell’azienda”.

Per Italmobiliare “questa nuova acquisizione è un ulteriore passo all’interno della nostra strategia di valorizzazione e rafforzamento di marchi italiani di successo. Da accompagnare nello sviluppo anche sui mercati internazionali”.

Visione a lungo termine

“L’accordo strategico con Italmobiliare – aggiunge Massimo Renda – ci assicura una visione a lungo termine della partnership. A differenza di quanto potevano offrirci altri potenziali investitori puramente finanziari. E permette a Caffè Borbone di passare da una struttura familiare a quella di azienda a visione manageriale. Quindi in grado di supportare anche impegnativi e ambiziosi piani di sviluppo”.

“La combinazione – conclude Renda – della visione strategica dalla mia famiglia, che a fine anni ’90 ha puntato sullo sviluppo del caffè monoporzionato, con la capacità imprenditoriale e di investimento di un grande gruppo come Italmobiliare sono le basi di un ulteriore ampliamento del nostro campo d’azione”.

Fondata oltre 20 anni fa da Massimo Renda, Caffè Borbone è il terzo produttore di porzionato dopo Lavazza e Nespresso.

Un’azienda in forte crescita: +40% ogni anno

Nel corso degli ultimi anni Caffè Borbone è cresciuto a un ritmo del 40% annuo, raggiungendo un fatturato di circa 94 milioni nel 2017.

Nei prossimi anni questo trend sarà sostenuto dall’ulteriore rafforzamento delle vendite nel settore della grande distribuzione. Anche con le private label, e nel canale online, dove il marchio già occupa posizioni di primo piano”.

Il tutto puntando sulle capsule compatibili con i sistemi Lavazza e Nespresso. Ma anche sulle cialde in carta filtro delle quali Borbone è il primo produttore nazionale.

La scheda sintetica di Aromatika

Aromatika, con sede a Caivano (Napoli), nasce come torrefazione e confezionamento di caffè nel 1996 e ad inizio anni 2000 lancia il marchio Borbone.

I passi successivi di rafforzamento sul mercato sono rappresentati dallo sviluppo di cialde e capsule compatibili e distribuiti attraverso negozi specializzati, il canale on line a cui si è più recentemente aggiunto lo sbarco nella GDO.

Attualmente la produzione è concentrata nell’impianto di
Caivano in un moderno stabilimento di oltre 13mila metri quadri dove 5 linee di torrefazione permettono la produzione annua di circa 10.000 tonnellate di caffè.

Caffè Borbone è uno dei brand più conosciuti e apprezzati sul mercato grazie all’attenta e sapiente scelta delle materie prime al momento della torrefazione e al costante controllo della
qualità che, unitamente agli alti livelli di efficienza industriale, hanno contribuito al successo della società.

Si prevede che l’operazione concordata e annunciata giovedì 29 maggio 2018 possa essere finalizzata entro la metà dell’anno.

Ma entriamo nei dettagli di un’operazione che ha portanto una tipica azienda della tradizione napoletana nel salotto buono della finanza italiana. L’obietivo è quello di andare alla conquista del mondo.

Innanzitutto in Europa, poi negli Stati Uniti e infine in Cina.

Da notare che l’operazione ha valorizzato Caffè Borbone Spa oltre 233 milioni di euro, di cui 140 versati dalla holding di Pesenti.

Il fondatore Massimo Renda resterà al timone dell’azienda, ricevendo le cariche di presidente esecutivo e di amministratore delegato della società che manterrà la testa e la produzione a Pascarola, nell’ area industriale di Caivano, alle porte di Napoli.

Nello stabilimento da 50mila metri quadrati scoperti e oltre 13mila coperti ampliabili, dove si lavorano cinquanta tonnellate di caffè al giorno, per una produzione annua di 950 milioni di porzioni monodose di cialde e capsule che fanno di Caffè Borbone il terzo operatore di mercato in Italia dopo Lavazza e Nespresso.

La società partenopea vanta però un primato. Cresce infatti del 35-40% all’ anno in un settore che progredisce del 20% ogni dodici mesi: il doppio.

Ecco perché Caffè Borbone, con Italmobiliare nel suo capitale, vuole continuare a incrementare il proprio giro d’ affari in Italia nel comparto della grande distribuzione, in cui è attiva con successo da poco più di un anno, e in quello dell’ horeca (hotellerie, ristorazione e catering).

Massimo Renda svela la strategia futura

Contemporaneamente la società si svilupperà all’ estero, sfruttando le conoscenze e le competenze di Pesenti.
A partire da Spagna e Germania. «Immediatamente dopo il closing – rivela Renda – avvieremo lo sbarco in questi due Paesi, aprendo filiali in loco.

Noi siamo particolarmente attivi sul web, dove siamo leader di settore in Italia. Faremo lo stesso in Germania e Spagna, dove le filiali ci serviranno per accompagnare le vendite nella grande distribuzione e nell’ horeca.

Poi ci espanderemo nel resto d’ Europa. In una seconda fase aggiunge ci svilupperemo negli Stati Uniti, dove siamo già presenti con la controllata Caffè Borbone Usa. Infine, la Cina, un mercato ancora immaturo dalle potenzialità enormi».

Renda spiega anche come nasce la collaborazione con Pesenti: «C’ è stato subito feeling e visione unitaria d’ intenti. Abbiamo deciso di comune accordo di mantenere invariati sede, livelli amministrativi e manager. Italmobiliare implementerà la parte finanziaria e nominerà un chief financial officer, occupandosi anche della contabilità industriale.

La testa pensante rimarrà a Pascarola. La decisione di chiamare un partner che non ha limiti temporali d’ investimento come un classico fondo di private equity aggiunge nasce da una mia esigenza. Aromatika è cresciuta moltissimo in questi ventuno anni di attività e da azienda familiare doveva trasformarsi in qualcosa di più complesso per mantenere i ritmi di crescita in Italia e all’ estero.»

E conclude Rebda: «Rischiavo infatti di diventare un collo di bottiglia per la mia attività, dovendomi occupare di tutto. Ora, invece, potrò concentrarmi sul prodotto, il punto di forza di Caffè Borbone».

La società ha fatturato 94 milioni di euro nel 2017, di cui il 95% in Italia, con una marginalità del 21%, producendo 3.200 tonnellate di caffè in grani.

La scheda dell’operazione finanziaria

Italmobiliare si è avvalsa dell’assistenza di Leonardo-Houlihan Lokey per la parte finanziaria, dello studio Gattai Minoli Agostinelli come advisor legali, di New Deal Advisors e GEA come consulenti nella due diligence.

Massimo Renda è stato assistito da Palmer Corporate Finance, Long Term Partners ed Ernst&Young come advisor finanziari e di
business e Hogan-Lovells come advisor legale.

IntesaSanPaolo e Unicredit sono gli istituti bancari coinvolti nell’operazione.

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