Vanity Fair ha viaggiato nel cuore dell’Uganda insieme a Caffè Borbone e Ofi (Olam Food Ingredients) per visitare le piantagioni del chicco che offrono alle donne e alle nuove generazioni la possibilità di immaginare un futuro differente. L’obiettivo delle due aziende è di sviluppare, grazie al progetto MWANYI (ne abbiamo già parlato qui), progetti imprenditoriali di donne e giovani che lavorano nella catena di produzione del caffè in Uganda e permettere loro di diventare parte centrale della crescita economica, visto l’enorme potenziale di risorse disponibili.
La produzione di caffè è importante per l’Uganda e contribuisce al 2% del PIL, prodotto interno lordo, del Paese, con 353mila ettari di terreno coltivabile.
È la principale fonte di sostentamento per circa 1/3 della popolazione, pari a 1,7 milioni di famiglie per un totale di 12mila dipendenti e circa il 40% delle donne impiegate nel settore del caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Alessia Arcolaci per Vanity Fair.
Il viaggio in Uganda alla scoperta delle iniziative di Caffè Borbone e Ofi
IBANDA (Uganda) – Janat ha 28 anni e quando allarga le braccia in mezzo alla sua serra di baby piante di caffè sembra volerle abbracciare tutte. Sono grandi come un palmo di mano, rigorosamente in fila. Janat le accudisce come si fa con le cose preziose. Quelle che necessitano di cura e pazienza.
La incontriamo in Uganda, in uno dei villaggi che animano la zona di Ibanda. L’orizzonte più prossimo è fatto di colori così pieni che sembrano essere stati appena disegnati. Spicca il verde delle piantine di Janat, ripreso dal suo abito lungo a fantasia dove al verde si alterna l’arancione di alcuni fiori.
È lo stesso colore della terra che calpestiamo per arrivare fino alla coffèe nursery di Janat, accompagnati dallo staff di Caffè Borbone e Ofi, (Olam Food Ingredients), leader mondiale nel settore degli alimenti naturali e tra i principali fornitori mondiali di caffè verde. Insieme a loro siamo arrivati in Uganda per scoprire quanto lavoro c’è dietro (e dentro) alla tazzina di caffé che beviamo quotidianamente ma soprattutto per incontrare le donne e i giovani ragazzi e le giovani ragazze che stanno beneficiando del progetto mwanyi, che il lingua locale significa, appunto, caffè.
L’obiettivo di Caffé Borbone e Ofi è, in un arco temporale di cinque anni, sviluppare le competenze e promuovere progetti imprenditoriali di donne e giovani che lavorano nella catena di produzione del caffè in Uganda.
Quindi aumentare il numero di giovani e donne coinvolti in attività sostenibili di produzione di caffè in Uganda entro il 2027, con un conseguente incremento dell’occupazione femminile e giovanile. Emancipazione e contrasto allo spopolamento dei villaggi per la fuga in città.
Dove, però, le opportunità sono minori e il livello di povertà altissimo. Perché anche se l’Uganda è uno dei Paesi africani che negli ultimi vent’anni ha avuto la maggiore crescita economica, le disparità sociali rimangono ancora forti. La violenza e la povertà sono estreme.
Caffé Borbone ha scelto insieme ad Ofi di lavorare qui per permettere ai coltivatori di diventare parte centrale della crescita economica, visto l’enorme potenziale di risorse disponibili.
Ad oggi, rispetto all’obiettivo finale di coinvolgere 1000 produttori in 5 anni, ne sono stati coinvolti già 500.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.