MILANO – Cresce il mercato del caffè biologico. L’industria del caffè è stata tra le prime nel comparto agroalimentare ad avere puntato sulle filiere biologiche. Ciò grazie a una particolare sensibilità e consapevolezza etico-ambientale diffusa tra i consumatori, anche per merito del diffondersi, sin dagli anni ottanta, degli schemi di commercio equo. I prodotti da filiere ecosostenibili sono ormai presenti in tutto il commercio al dettaglio e hanno un ruolo importante nei consumi dei pubblici esercizi, anche nelle grandi catene internazionali di caffetterie.
Ma quanto costa il caffè in termini ambientali e cosa contraddistingue invece le produzioni biologiche? La risposta in questa breve guida pubblicata su Ambiente Bio, a firma di Gino Favola, di cui vi proponiamo i passaggi salienti.
Una tazzina di caffè ha un costo enorme per la natura. Qualche tempo fa, i ricercatori dell’Università del Kansas hanno infatti esaminato il modo in cui la produzione di massa di questo prodotto incide sulle risorse, economiche e ambientali.
Dalle loro analisi, è risultato che una singola tazzina “costa” all’ambiente 140 litri di acqua, più 0,1 metri quadrati di terreno. A cui vanno ad aggiungersi le perdite in termini di ettari di foreste e biodiversità. Un prezzo che negli ultimi anni è cresciuto, con l’aumento della domanda mondiale.
Il miglior caffè biologico? Quello che risponde ai requisiti di genuinità e sostenibilità
Questo ha infatti portato a una serie di cambiamenti nei metodi di produzione. Secondo gli studiosi, il processo ha reso le piantagioni di caffè sempre più simili a quelli di frumento e soia. E cioè insostenibili.
Non è possibile allora gustare un’ottima tazzina, senza far male all’ambiente?
Il caffè biologico prova a rispondere proprio a questa esigenza, attraverso una coltivazione più consapevole, rispettosa dell’ambiente e della salute delle persone.
Caffè biologico: come viene prodotto
Le grandi produzioni di caffè tradizionale si affidano principalmente a varietà ibride, più resistenti, ma che richiedono un uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi di sintesi. Questo ha un notevole impatto sulla natura, ma anche sulle tasche dei piccoli produttori.
Il caffè biologico, invece, è un prodotto coltivato senza l’utilizzo di alcuna sostanza chimica e nel rispetto dell’ambiente. Gli insetticidi vengono sostituiti con insetti antagonisti e la concimazione avviene attraverso l’utilizzo di sostanze naturali. Le coltivazioni, inoltre, sono portate avanti senza attuare il disboscamento delle aree che circondano le piantagioni.
Caffè biologico, quindi, non significa solamente prodotto di qualità. Significa bere un prodotto legato nel modo più naturale alla terra, ricco di aromi originali e sinceri. Una qualità garantita dalla certificazione biologica.
Tra i caffè biologici si trovano differenti qualità, tutte cariche di profumi e sapori gradevoli al palato.
E i caffè da filiere biologiche certificate – come già detto – fanno parte ormai delle gamme della maggior parte dei torrefattori.