MILANO – Caffè, odi et amo. Osannato e spesso criticato, al momento sta vivendo un nuovo periodo d’oro negli studi dei medici. Secondo le ultime ricerche condotte da esperti e medici inglesi, l’abitudine di bere caffè è associata a un più basso rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, sindromi metaboliche, calcoli renali e gotta.
Ma c’è altro: la bevanda forse più amata al mondo – consumata da oltre 2 miliardi di persone quotidianamente – riduce le probabilità di sviluppare alcune tipologie di cancro, morbo di Parkinson, depressione e Alzheimer.
Gli studiosi hanno confermato alcuni problemi collegati all’assunzione del caffè. Soprattutto tra le donne in gravidanza che potrebbero riscontrare nascite pre termine, aborti e basso peso alla nascita.
Il segreto sta nell’assumerlo moderatamente. Secondo i ricercatori chi inserisce quotidianamente una moderata quantità di caffè nella propria dieta ha più da guadagnare che da perdere in termini di salute.
Quanti caffè al giorno bisogna bere per stare bene?
Bisogna prendere in considerazione tre aspetti: lo studio prende in esame solo il caffè.
Senza integrare con lo zucchero, o accompagnandolo con biscotti, pasticcini o torte questo cambia il quadro radicalmente.
La seconda: la giusta quantità sono 3-4 tazze al giorno. Oltre diventa dannoso. La terza: tenere conto dei vari metodi di preparazione: espresso, moka, filtrazione, ecc. Delle diverse percentuali di estrazione della caffeina che ne derivano e del diverso volume della razione media.
Per saperne di più
Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea, parte della famiglia botanica delle Rubiacee, un gruppo di angiosperme che comprende oltre 600 generi e 13.500 specie.
Sebbene all’interno del genere Coffea siano identificate e descritte oltre 100 specie, commercialmente le diverse specie di origine sono presentate come diverse varietà di caffè.
Le più diffuse tra esse sono l’arabica e la robusta.
Romina Nocera
