domenica 22 Dicembre 2024
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Futures degli arabica: ecco perché i prezzi di New York sono sempre in altalena

Le nuove norme sulla certificazione, in procinto di entrare in vigore, che escludono la riammissione di lotti già passati in precedenza per la borsa newyorchese, accentuano la tensione sui prezzi. La pratica di ritirare e ricertificare il caffè, che sarà vietata dal prossimo mese, è stata attuata per anni dagli operatori per sfuggire agli sconti temporali applicati dalla borsa. Ma chi sta ritirando ora il caffè? I proprietari stessi dei lotti, sostiene Judy Ganes, presidente di J. Ganes Consulting e analista di fama mondiale

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MILANO – Ancora forte volatilità per i futures degli arabica, protagonisti di alti e bassi marcati nei giorni a cavallo tra ottobre e novembre. A New York, il front month (dicembre) è balzato dai 159,10 centesimi di lunedì 30 ottobre a 167,30 centesimi nell’ultimo seduta del mese.

Ma ha perso quasi tutti i guadagni il giorno successivo ridiscendendo a 159,80, il 1° novembre.

Nuovo rimbalzo il 2 e 3 novembre: in entrambe le giornate il benchmark ha guadagnato 555 punti, per un rialzo totale di 1.110 punti, che lo ha riportato a quota 170,90.

Il trend si è consolidato nella prima seduta di questa settimana spingendo la scadenza principale, lunedì 6 novembre, a 173,70 centesimi, massimo delle ultime 6 settimane e mezzo.

L’abbrivio si è esaurito nella seduta di ieri, martedì 7 novembre. Dicembre ha perso 295 punti scivolando a 170,75 centesimi, grazie alle parziali prese di beneficio motivate soprattutto dal rafforzarsi del dollaro.

A mitigare gli ardori rialzisti ha contribuito anche il meteo brasiliano, che riferisce di piogge abbondanti benefiche per lo sviluppo del nuovo raccolto. Da notare, una situazione di mercato inverso tra il front month e la seconda e terza posizione, che riflette la tensione speculativa in atto.

Diverso l’andamento a Londra, dove gli alti e bassi sono stati meno accentuati. Il contratto per scadenza gennaio dell’Ice Robusta è passato dai 2.312 dollari del 1° novembre a 2.422 dollari nella seduta di lunedì, per chiudere ieri in ribasso di 64 dollari a quota 2.358.

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