MILANO – Quanto caffè americano o con preparazioni alternative (come il Chemex e il V60) possiamo ingurgitare quotidianamente, 7 giorni su 7? Anche in Italia ormai le estrazioni filtro stanno prendendo piede, complici l’onda dello specialty e l’approdo di Starbucks. Per cui è il caso di capirne gli effetti sull’organismo, se assunto in dosi importanti. Leggiamo come sta la situazione, dal sito cefalonews.org.
Caffè americano: che cosa succede a chi lo beve tutti i giorni?
Il caffè americano è il più bevuto al mondo e sempre più italiani stanno imparando ad apprezzarlo. Non contiene meno caffeina del caffè preparato con la moka e dell’espresso. Inoltre, a parità di quantità contiene mediamente meno caffeina degli altri due perché una porzione di caffè americano è quantitativamente maggiore. Quindi la quantità di caffeina ingerita risulta pressoché corrispondente.
Il caffè americano stimola il sistema nervoso centrale
Riducendo la sensazione di fatica (non di sonno come pure qualcuno sostiene, non i fisiologi) e aumentando la sensazione di benessere. L’effetto stimolante si percepisce anche sull’attività intestinale. Questa bevanda può funzionare anche come analgesico contro il mal di testa. Tuttavia, berne troppo, può comportare stati depressivi e ipertensione.
Il caffè americano contiene meno caffeina dell’espresso?
No, in realtà ne può contenere anche tre volte di più. La caffeina, infatti, dipende dalla miscela scelta e dal tipo di preparazione. Più veloce è il metodo di preparazione, infatti, minore è la caffeina estratta dalla polvere. Quindi tecnicamente più il caffè è lungo, più caffeina contiene.
Purtroppo in genere il caffè americano viene definito come un classico espresso allungato con acqua calda. Così infatti viene servito in alcuni bar italiani
La vera ricetta americana, però, poco ha a che vedere con il nostro espresso. La sua estrazione infatti può avvenire o per semplice infusione, percolazione o attraverso strumenti appositi come per esempio la cosiddetta “french press”.
C’è differenza fra caffè americano e caffè all’americana? Sì.
Il primo ha un sapore diverso da quello del caffè a filtro ma possiede la stessa intensità. Si prepara versando mediamente uno o due tazzine di caffè espresso fatto con una miscela Robusta macinata grossolanamente. Ai quali andremo ad aggiungere acqua bollente con un quantitativo a nostro piacere che di solito va dai 30 ai 470 ml.
Non è particolarmente calorico se non in base alla quantità di zucchero utilizzata. Il secondo invece, si prepara con un’apposita macchinetta. Per prepararlo, infine, è necessario utilizzare una moka dalla macinatura più grossolana.
Quante tazzine di caffè americano bere al giorno?
Due tazzine e mezzo di caffè americano al giorno non producono alcun effetto negativo sull’individuo sano, anche per il suo importante potere antiossidante.
Le due tazzine e mezzo di caffè americano corrispondono a 4 o 5 tazzine di espresso, 3 o 4 di caffè fatto con la moka. In tutto circa 300 milligrammi al giorno, insomma, è la dose ottimale, in base ai risultati di decenni di ricerche. Quasi 10 mila ricerche senza trovare un accordo. E secondo gli esperti il Comitato italiano del caffè, se bevuto in dosi moderate, aiuta a prevenire alcune malattie.
Chi non deve berlo?
Si consiglia di evitarne il consumo ai bambini, ai cardiopatici, ai soggetti con ipertensione grave; a chi soffre d’ansia e soprattutto in terapia con ansiolitici, e alle persone affette da disturbi gastro-intestinali.
Non è consigliato neppure alle donne in gravidanza o allattamento, gli ipertesi non gravi e chi soffre di disturbi moderati dell’apparato digerente come gastrite; malattia da reflusso gastroesofageo e colon irritabile, soprattutto con diarrea.
Infine negli Stati Uniti esiste l’abitudine di macchiare il caffè americano con crema di latte. E’ sconsigliato a chi soffre di sovrappeso e ipercolesterolemia.