domenica 22 Dicembre 2024
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“Caffè Al Bicerin” , la storia di Torino in un bicchierino di caffè al cioccolato

La storia di un locale che ha visto transitare al suo interno ministri, magistrati, professori, negozianti, fattorini, cestaie, venditori e venditrici ambulanti, campagnuoli: dal 1763 tutti spendevano volentieri i loro tre soldi”.

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Nata nel 1763, la caffetteria “Caffè Al Bicerin” , di fronte al suggestivo spiazzare della Consolata, a Torino, non era altro che il frutto di una passione del signor Dentis, e che presentava ingredienti assai strani e nuovi ai palati dei cittadini dell’epoca, quali caffè, cioccolata, the dai sapori stravaganti, da servire su semplici tavole e panche di legno.

Solo agli inizi dell’Ottocento, il locale comincia ad assumere le sembianze che ancora oggi riconosciamo, in seguito ad una radicale ristrutturazione, che porta i caratteristici tavolini di marmo a prendere il posto di quelli di legno.

È tra queste mura che nasce la bevanda “bicerin” (dal bicchierino in cui veniva servito), i cui ingredienti (caffè, latte e cioccolato) dapprima venivano serviti separatamente, a comporre diverse bevande, servite sempre molto calde.

Ben presto il clamoroso successo della nuova invenzione permise al Bicerin di approdare in molte altre caffetterie, della cui fama fu complice anche la privilegiata posizione di fronte al santuario della Consolata.

La nuova miscela era infatti ristoro energetico per i molti fedeli che avevano digiunato per poter ricevere la comunione. Un piccolo microcosmo insomma, che accoglieva signori e dame, padroni e servitù.

Testimonianze riportano:

Il bicchierino (misto di cioccolatte, latte e caffè) è la bibita prediletta della mattina: ministri, magistrati, professori, negozianti, fattorini, cestaie, venditori e venditrici ambulanti, campagnuoli ecc, tutti spendono volentieri i loro tre soldi per rifocillarsi economicamente lo stomaco.

(Torino e i suoi dintorni di Stefani-Mondo),

oppure

Per venti soli centesimi si ha il classico bicchierino che costituisce un nutritivo spuntino.” (“Torino e i torinesi” di Alberto Viriglio, Viglongo Editore).

Dal 1910 al 1975, il locale passò nelle mani della signora Ida Cavalli, che lo gestì con l’aiuto della sorella e della figlia Olga, a cui passò il Bicerin quando la mamma si ritirò.

Ha raccolto la loro eredità la signora Maritè Costa che con l’aiuto della figlia Eleonora, ha portato alto il nome della bevanda e del posto che le ha dato i natali, senza però fermarsi alla semplice tradizione: portandola avanti sì, ma con un pizzico di innovazione.

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