domenica 22 Dicembre 2024
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Cafe X, il bar robotico, chiude a San Francisco città e rilancia sugli aeroporti

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MILANO – Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei chioschi di Cafe X, i bar dove il cliente è servito direttamente da un barista robot. I primi locali aprirono i battenti nel 2017 a San Francisco e Hong Kong. Henry Hu – fondatore e ceo della startup che ha creato il progetto – ha recentemente annunciato la chiusura delle tre location della città del Golden Gate.

Quasi contemporaneamente però sono stati aperti due nuovi chioschi di rinnovata concezione, all’interno degli aeroporti californiani di San José e San Francisco. I due nuovi bar robotici propongono un’offerta più vasta e personalizzabile di bevande e dolciumi.

Come spiega lo stesso Hu, il nuovo chiosco denominato V2.1 ed è capace di preparare: “sino a sei bevande al minuto servendo migliaia di clienti alla settimana.

“Sulla scorta dell’esperienza di San Francisco abbiamo deciso di concentrare strettamente il nostro business sugli aeroporti, mediante delle partnership con alcuni importanti marchi e operatori del settore del caffè oltre che con i chioschi da noi direttamente gestiti.

In tale ottica, Cafe X sta lavorando con Nsf Certification, per ottenere che i suoi bracci robotici possano essere considerati alla stessa stregua di un normale distributore automatico. Pur avendo un funzionamento molto più complesso. Il riconoscimento di questo “status” consentirebbe il funzionamento autonomo dei robot senza l’assistenza di un operatore in carne e ossa e per un numero di ore maggiore.

Come funzione Cafe X?

Basta passare l’ordinazione utilizzando la app o i terminali appositi e pagare. Pochi secondi più tardi, il braccio robotico provvederà a servire la bevanda richiesta. Preparata a regola d’arte, con la massima precisione e destrezza.

Tra le bevande in offerta vi sono cappuccino, cioccolata calda, macchiato al caramello ghiacciato e latte matcha ghiacciato, oltre a vari tipi di dolci.

L’idea è nata per ridurre i tempi di attesa

Hu racconta come è nata l’idea del robot barista: “L’idea mi venne qualche anno fa, dopo aver atteso più di 30 minuti al banco del locale di un aeroporto prima di essere servito”. L’obiettivo è dunque quello di offrire un’alternativa rapida, efficiente e di qualità, che vada oltre la tradizionale macchina vending.

Cafe X deve però fare i conti con la concorrenza dei chioschi di Briggo Coffee, che funzionano anch’essi in modo automatizzato, sebbene con un sistema più semplice e meno spettacolare. Briggo ha recentemente siglato un accordo con Ssp America, che prevede aperture in 25 scali aerei di tutti gli Usa.

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