Con l’avvio della stagione estiva si intensificano le partnership tra brand del fashion e strutture dell’hospitality. Vicino agli hotel sono apparsi ristoranti, caffè e locali esclusivi a marchio Armani, Bulgari o Paul & Shark. Perché i fashion brand puntano sull’hospitality? I motivi sono molteplici ma l’obiettivo principale è coinvolgere il cliente e immergerlo nel mondo del marchio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Anna Zinola per Il Corriere della Sera.
I locali esclusivi dei brand del fashion e della moda
MILANO – Il connubio tra moda e hospitality non è nuovo. E’ ormai da alcuni anni che i fashion brand – a partire da Armani e Bulgari – si sono espansi nel fuori casa. Tuttavia negli ultimi tempi il fenomeno si è accentuato. Accanto agli hotel, hanno fatto la loro comparsa ristoranti, caffè e persino beach club griffati. Di fatto si tratta di strutture dove tutto – dai componenti di arredo alle tazzine in cui è servito il caffè – è caratterizzato dallo stile (e dal logo) della marca.
Non solo luxury brand
Il fenomeno, che agli esordi riguardava soprattutto le griffe del lusso, appare oggi trasversale. Accanto ai marchi di fascia alta – come Loro Piana, che questa estate “veste” uno stabilimento balneare di Saint Tropez – si trovano nomi dal posizionamento più accessibile.
Così, per esempio, Paul & Shark ha di recente inaugurato a Formentera un ristorante con il logo dello squalo mentre Michael Kors ha personalizzato per alcune settimane un beach club a Dubai.
Il valore dell’esperienza
Qual è l’origine del trend? Perché i fashion brand puntano sull’hospitality? I motivi sono molteplici. Sicuramente vi è un tema di esperienza. L’obiettivo è coinvolgere il cliente, immergerlo nel mondo del brand. Per questo è importante che tutti gli elementi – dalla location al menù, dall’approccio del personale ai servizi – siano coerenti tra di loro e allineati con l’immagine (e l’immaginario) del brand.
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