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Cafè do Brasil acquisisce la storica azienda cagliaritana La Tazza d’oro

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NAPOLI-CAGLIARI – Cafè do Brasil ha acquisito la storica azienda cagliaritana La Tazza d’oro, fondata 74 anni fa dai coniugi Murgia e con sede a Macchiareddu. La nuova operazione conferma la società napoletana, proprietaria dei marchi Kimbo e Kosè, tra le prime tre aziende del settore con Segafredo-Zanetti e Lavazza. Cafè do Brasil ha chiuso il bilancio 2011 con una crescita dell’8,7% in valore ed ha una buona presenza nel settore bar. Con il marchio Kimbo ha puntato sui locali di prestigio e si è affacciata anche nel foyer del Teatro alla Scala di Milano. Inoltre è presente, su diversi mercati esteri: in Francia, per esempio, serve circa 11.000 caffetterie.

In Italia l’accordo con Autogrill ha portato il marchio in oltre 600 bar italiani che si aggiungono ai numerosi già partner di Cafè do Brasil

L’acquisizione in Sardegna conferma il piano di sviluppo nel canale horeca (Hotellerie-Restaurant-Café) da parte della società’ partenopea che ha trovato ne La Tazza d’oro una realtà affine per storia e passione. Come è noto Cafè do Brasil è nata dalla volontà della famiglia Rubino che 60 anni fa ha trasformato la propria torrefazione in un’azienda moderna, mantenendo l’autentica tradizione e cultura napoletana del caffè. Esattamene come Giuseppe e Carmela Murgia, che fondarono La Tazza d’oro a Cagliari nel 1938, dando origine a una delle aziende sarde più famose nel mondo del caffè.

Le trattative per l’acquisizione sono avvenute con la signora Adriana Murgia, figlia dei fondatori, e il marito presidente e amministratore delegato Luciano Carta. Il futuro assetto dell’azienda cagliaritana sotto Cafè do Brasil SpA prevede di mantenere e potenziare i marchi che oggi ben esprimono la propria presenza sull’isola. Quindi i consumatori ritroveranno le linee La Tazza d’oro, la linea Caffe’ Karalis e le cialde e capsule biodegradabili brevettate Adesso Espresso.

Un altro importante segno di continuità sarà rappresentato dalla dirigenza che continuerà a essere quello de La Tazza d’oro

Mentre le linee guida saranno espresse da Cafe’ do Brasil. Non è noto l’importo dell’acquisizione. Luciano Carta si è limitato a indicare “che la Tazza d’oro ha un bilancio sanissimo, certificato, utili importanti che ne fanno uno dei gioielli dell’economia isolana”. Confermato che l’attività rimarrà nella sede di Macchiareddu dove sono confermati tutti i quindici dipendenti mentre sono in arrivo da Napoli nuovi investimenti. E di certo proseguirà l’esportazione che prosegue da anni con successo in Cina, Russia, Arabia Saudita e Turchia Carta: “Offerte dall’estero e dalla Penisola” Così Luciano Carta racconta la trattativa: «Mesi fa, quando in famiglia abbiamo preso la decisione di vendere, ho cercato un partner in Sardegna.

L’azienda ha un bilancio certificato, può contare su un fatturato piuttosto interessante e su un utile considerevole. Eppure non ho trovato interesse fra gli altri imprenditori

E’ vero che quello del caffé è un settore difficile, che ha bisogno di grande attenzione e di capitali, ma pensavo che un marchio come il nostro e un’attività efficiente come quella che abbiamo messo in piedi a Macchiareddu venisse considerata un’occasione appetibile. Invece…». Invece le offerte sono arrivate dalla penisola e da aziende estere, offerte pesanti che Luciano Carta ha valutato con criteri non comuni: «La scelta è stata di prendere in considerazione soltanto le proposte che garantissero la permanenza dell’attività a Cagliari e il pieno mantenimento dei posti di lavoro. Ho quindici dipendenti più dodici agenti per la vendita, ci sono persone che lavorano con noi da trenta-quarant’anni.

Potevo abbandonarle? Più che dipendenti sono collaboratori, hanno contribuito all’affermazione del nostro marchio e alla salute dell’azienda, devono restare tutti al loro posto». Nuova vita per le capsule biodegradabili Non solo resteranno: secondo gli atti sottoscritti con la nuova proprietà su Cagliari arriveranno investimenti importanti, destinati ad aumentare la produzione delle miscele di caffè e a creare nuove opportunità di lavoro.

Carta è sicuro: «Gli accordi sono chiari – conferma – io rimango presidente e amministratore delegato, farò le assunzioni in base ai volumi della produzione. Con le macchine che abbiamo già adesso siamo in grado di quadruplicare la produzione senza apportare modifiche agli impianti». C’è poi il fiore all’occhiello della piccola ditta cagliaritana: le famose capsule Adesso, le prime al mondo biodegradabili. Nate per una felice intuizione di Carta, sono blindate da un brevetto internazionale insieme alle macchine per il caffé della Tazza D’Oro. La Kimbo le adotterà e ne moltiplicherà la produzione, affiancando i due marchi commerciali.

Per una volta sarà la Sardegna a integrare con un progetto originale l’attività di un’impresa internazionale come quella napoletana.

Non solo: la Café do Brasil ha acquisito il marchio Karalis, che girerà il mondo insieme a quelli più conosciuti

«Nell’arco degli ultimi mesi sono arrivate offerte d’acquisto economicamente più vantaggiose – avverte Carta – l’accordo con Café do Brasil però è qualcosa di diverso, ho trovato gentiluomini che hanno capito con quale spirito la mia famiglia ha deciso di cedere le quote della Tazza d’Oro. Hanno capito il valore di quest’azienda, la sua storia e la qualità del prodotto. E la richiesta che ho ricevuto e accettato, quella di restare amministratore delegato della società, dimostra che il progetto è di continuare su questa strada e con questo spirito».

Il marchio napoletano è diffuso in 40 Paesi Per Cafè do Brasil in questi ultimi anni il mercato estero ha conosciuto un notevole incremento e oggi genera un giro d’affari pari al 10% del fatturato del gruppo

Il marchio è diffuso in oltre 40 paesi. Tra questi la Francia che, grazie alla collaborazione con France Boissons (gruppo Heineken), vede Kimbo terzo player per volumi nel canale horeca (secondo torrefattore Italiano) con più di 11.000 locali dalla Costa Azzurra all’Atlantico e il Regno Unito, dove grazie a Kimbo-UK, società di distribuzione bevande per il canale Ho.Re.Ca., Kimbo si sta diffondendo anche nei pub Inglesi. La presenza di Kimbo si estende anche al Belgio, Canada, Australia, Usa e Russia.

I successi dell’azienda fuori dall’Italia sono solo un aspetto di un anno molto positivo, ben esemplificato da un fatturato 2011 che segna un +8,7% in valore rispetto al 2010 (159 milioni di euro vs 146 milioni di euro).

Cafè do Brasil inoltre si conferma il secondo player del settore dettaglio del mercato italiano nella tipologia “Caffè normale fino a 500 g”, con il 10% del mercato, e il primo player nel segmento cialde dopo le private labels con il 15,7%. Un risultato di assoluto rilievo conseguito nei primi mesi del 2012 è la partnership con il gruppo Autogrill che con Kimbo si propone in oltre 600 bar in Italia, dove ogni anno vengono serviti più di 120 milioni di espresso. Un traguardo ancora più importante se si pensa che Kimbo è stato scelto da Autogrill dopo aver raccolto i più ampi consensi in degustazioni sia blind che branded presso la clientela attraverso oltre 1.800 interviste e 2.500 assaggi su tutto il territorio nazionale.

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