MILANO – Il clima avverso nei due maggiori paesi produttori, Costa d’Avorio e Ghana, sta causando l’aumento dei costi per i produttori di cioccolato, sia di quelli piccoli sia dei colossi internazionali.
Le quotazioni del cacao sui mercati a termine internazionali hanno toccato i massimi da oltre un anno, confermando le previsioni di metà agosto, quando molti analisti sottolineavano l’importanza del clima avverso che stava colpendo le aree di maggior produzione, quelle di Costa d’Avorio e Ghana.
È stata ribadita in queste ore anche la convinzione che, dopo quattro annate di eccedenza dei raccolti, la campagna che sta per terminare vedrà un deficit globale di 209mila tonnellate. Pare probabile un raccolto inferiore alla domanda anche per l’annata che seguirà: la carenza in questo caso è pronosticata pari a 188mila tonnellate.
Di fatto già oggi le industrie dolciarie subiscono costi in netto aumento, in linea con l’andamento dei prezzi nelle borse merci. Infatti a New York e a Londra il future sul cacao in grani ha recuperato quest’anno intorno al 18-20% e il mercato fisico registra un discreto aumento della richiesta mondiale di cioccolato, mentre i raccolti paiono relativamente deludenti.
Secondo le stime del Macquarie Group, nella campagna 2013-14 la produzione della Costa d’Avorio calerà, per la terza volta consecutiva, arrestandosi a 1,42 milioni di tonnellate, mentre in Ghana il raccolto sarà di 800mila tonnellate, dopo le 900mila della campagna che sta per chiudersi. Il clima nei mesi iniziali di quest’anno è stato troppo secco e anche le piogge recenti si sono dimostrate insufficienti a riportare ottimismo tra i farmers.
I riflessi sulla tavoletta di cioccolata si possono intuire: il burro di cacao rappresenta almeno il 20% del peso del cioccolato e costa mediamente da 2,65 a 2,75 volte il prezzo del future sul cacao, che a New York ieri viaggiava intorno a 2567 dollari per tonnellata (era 2236 dollari alla fine dello scorso dicembre).
Fonte: firstonline