MILANO – Forti variazioni per i prezzi del cacao, in discesa a gennaio dopo i picchi di inizio dicembre. Come riferisce il Cocoa Market Review dell’Organizzazione Internazionale del Cacao (Icco), la media dei prezzi giornalieri è scesa, il mese scorso, di 394 dollari attestandosi a 2.952 dollari per tonnellata contro i 3.346 di dicembre 2015.
Il prezzo giornaliero è oscillato tra un minimo di 2.816 e un massimo di 3.182 dollari.
A inizio 2016, anche i futures del cacao si sono dovuti infine piegare al generale clima negativo prevalente nel comparto delle commodity.
Dopo aver toccato i massimi degli ultimi 4 anni e mezzo a inizio dicembre, i prezzi hanno subito un consistente arretramento nelle prime due settimane del nuovo anno spinti al ribasso da intense vendite speculative alimentate, in parte, dalle preoccupazioni per il rallentamento dell’economia cinese e la debole crescita mondiale.
Risultato: Londra e New York hanno toccato un primo minimo di a 2.064 e 2.853 dollari per tonnellata a metà mese, in flessione rispettivamente dell’11% e del 16% rispetto ai sopra citati picchi di dicembre 2015.
I corsi si sono quindi brevemente risollevati, dopo la pubblicazione dei dati sulle macinazioni in Europa, migliori del previsto.
Ma l’effetto è stato annullato, di lì a poco, dai corrispettivi dati provenienti dal nord America (inferiori alle aspettative) e dalle statistiche del Conseil du Café-Cacao della Costa d’Avorio sugli arrivi del quarto trimestre 2015, superiori di circa 61.000 tonnellate alle stime del commercio diffuse dalle agenzie giornalistiche, che hanno offuscato anche i positivi dati sulle macinazioni asiatiche giunti successivamente.
I prezzi hanno così assunto un andamento nuovamente negativo nell’ultima decade del mese rafforzato dai dati sugli acquisti provenienti dal Ghana.
Ice Futures Europe e Ice Futures U.S. sono scivolati a fine gennaio ai loro minimi degli ultimi 8 e 9 mesi – nell’ordine 2.016 e 2.763 dollari per tonnellata – perdendo rispettivamente l’8% e il 12% sul mese.
Domanda e offerta
Nuovi dati sugli arrivi nei porti della Costa d’Avorio, aggiornati a fine gennaio, indicano intanto un calo del 3% a 1.063.000 tonnellate, rispetto ai primi 4 mesi dell’annata 2014/15.
In Ghana, le già citate cifre relative agli acquisti del Cocobod (590.000 tonnellate al 14 gennaio) suggeriscono una ripresa produttiva dal deludente raccolto dello scorso anno. Rimangono tuttavia le incertezze sui danni che potrebbero essere stati arrecati al raccolto in formazione dall’Harmattan, il temibile vento secco e polveroso proveniente dal deserto.
Sul fronte della domanda, i dati dell’Associazione Europea del Cacao evidenziano un incremento delle macinazioni del 6% in Europa occidentale rispetto al primo trimestre dell’annata 2014/15, per un totale di 342.442 tonnellate.
Opposta la situazione dall’altra parte dell’Atlantico, dove la National Confectioners’ Association ha rilevato un calo del 3,25% a 118.896 tonnellate in nord America. Per certi versi sorprendenti, infine, le statistiche del report della Cocoa Association of Asia, che registra un +14% dei grindings a 161.227 tonnellate.