MILANO – Vendite in crescita ma redditività in calo per Barry Callebaut. La società zurighese, numero uno al mondo nella fabbricazione di cioccolato, ha realizzato un utile netto di 229 milioni di franchi nell’esercizio 2013/2013, chiusosi a fine agosto: i contabili hanno registrato un calo del 4,9%, cui non è estranea l’acquisizione del settore cacao di Petra Foods, un concorrente di Singapore.
Il risultato operativo si è contratto del 3,9% a 340 milioni, mentre il fatturato è salito dell’1,1% a 4,9 miliardi, con volumi di smercio aumentati peraltro in misura assai maggiore, ha comunicato oggi l’azienda. In valute locali il giro d’affari è progredito dello 0,6%. Sui conti incidono i ribassi osservati nel mercato delle materie prime.
Complessivamente sono state vendute 1,53 milioni di tonnellate di prodotti, con un incremento dell’11,4% rispetto all’esercizio precedente. Tutte le regioni e tutte le tipologie di prodotto hanno contribuito alla crescita, definita “straordinaria” dal presidente della direzione Jürgen Steinemann, citato in una nota. Su tutti spicca il mercato più importante, quello europeo, che segna un +8,1% a 744’000 tonnellate.
Per il futuro il gruppo è ottimista e conferma gli obiettivi. “Sono fiducioso che riusciremo a mantenere il nostro rapido ritmo di crescita”, afferma il CEO, aggiungendo che Barry Callebaut lavorerà per migliorare margini e redditività.
Le novità odierne sono state bene accolte in borsa: gli investitori temevano un calo degli utili più incisivo di quello presentato e il titolo è così schizzato verso l’alto. In mattinata l’azione guadagnava oltre il 3% in un mercato generale caratterizzato da una certa anemia.