domenica 22 Dicembre 2024
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A Parma, Maschi che s’Immischiano con Fipe e Gruppi torrefattori per le donne: sulle bustine di zucchero, messaggi sociali ora distribuiti in 550 bar

Lino Alberini, Presidente Gruppo Torrefattori Parma interviene per raccontare l'importanza di questa iniziativa: "Il primo giro ha coinvolto 550 locali di Parma e provincia ma non deve essere una situazione occasionale bensì una opportunità che si evolverà nel tempo e per non abbassare mai la guardia."

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MILANO – Ne avevamo già parlato a novembre dello scorso anno, su queste pagine, dell’iniziativa promossa dell’Associazione “Maschi che s’Immischiano” APS, sostenuta dai Gruppi torrefattori, Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi e Terziario donna di Ascom di Parma. Sulle bustine di zucchero nei bar associati di Parma e della sua provincia, frasi con un messaggio contro la parole violente troppo spesso rivolte alle donne.

Un’operazione che era stata lanciata in anteprima proprio in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e che ora finalmente prende vita nel terzo luogo italiano dopo la casa e il lavoro.

Stefano Fornari, ideatore del gruppo Maschi che s’Immischiano e Chiara Cacciani, unica donna tra i soci fondatori dell’associazione, hanno spiegato il progetto

Perché avete scelto proprio le bustine dello zucchero per mandare il vostro messaggio sociale?

“Ogni anno cerchiamo di focalizzarci su delle tematiche di cambiamento culturale che stanno alla base della violenza contro le donne. Il nostro principio guida è che la violenza si nutre di stereotipi culturali e di sessismo che di fatto sminuiscono in mille campi le donne. Abbiamo voluto dare una grossa attenzione all’uso delle parole: anche l’Osservatorio italiano sui diritti ha svolto una ricerca sui termini di odio usati online, che confermano quanto le donne siano il bersaglio principale di questa aggressione verbale.

Si ritrova lo stesso approccio anche sul lavoro, dove le competenze spesso non vengono valorizzate. Il corpo e la sessualità delle donne sono inoltre utilizzati ovunque per le peggiori offese a loro rivolte.”

Le parole condivise nei bar (foto concessa)

Cacciani condivide la sua esperienza: “Da giornalista mi sono trovata spesso di fronte a commenti misogini, perfino auguri di stupro anche da parte di altre donne. Le parole diventano subito uno strumento per ferire. Ci siamo quindi concentrati su questo, andando anche nelle scuole per educare le nuove generazioni. Stiamo creando anche dei segnalibri che facciano i dovuti distinguo tra i verbi: discutere non è aggredire, e ironizzare non è sbeffeggiare”

“Abbiamo sfruttato la presenza quotidiana delle bustine dello zucchero che troviamo ogni giorno nei bar che frequentiamo. Abbiamo fin qui raccolto dei buoni riscontri: qualcuno ha notato l’iniziativa e ci ha chiesto di estenderla anche a Roma. Siamo un’associazione che spinge campagne culturali rette sul passaparola che agiscano sul territorio e sulle persone a noi vicine.

Ma se la buona idea delle bustine trova un riscontro altrove, siamo contenti di esser copiati. L’importante è che questi messaggi viaggino.

Ai baristi e alle bariste abbiamo fornito una lettera per far comprendere bene cosa comunicare attraverso le bustine e i presidi disponibili a Parma: oltre alle forze dell’ordine, il Centro anti violenza, e il Centro per i uomini maltrattanti. E’ un aiuto alla consapevolezza. Anche nel caso si trovino nella situazione di capire che chi hanno davanti ha bisogno di un appoggio e di un consiglio. La prossima idea è quella di usare i cartoni della pizza d’asporto, per raggiungere sia donne che uomini.

Ciascuno ha bisogno di mettersi in discussione, perché la cultura è talmente radicata che spesso non ci si rende conto di perpetuarla anche solo con l’indifferenza.”

La barista che dietro il bancone porta avanti il messaggio (foto concessa)

Lino Alberini, presidente Gruppo Torrefattori Parma interviene per raccontare l’importanza di questa iniziativa: “Parlo di questa iniziativa  con un po’ di soggezione”

“Perché il tema è purtroppo sempre attuale, aver individuato il bar come plancia di informazione credo che sia stata un’idea centrata sia per il fruitore del bar ma anche per il gestore ed il personale che c’è dietro il bancone.

Il primo giro ha coinvolto 550 locali di Parma e provincia ma non deve essere una situazione occasionale bensì una opportunità che si evolverà nel tempo e per non abbassare mai la guardia.

Come Gruppo torrefattori di Parma e come Ascom/Fipe abbiamo voluto dare il nostro contributo per espandere l’iniziativa anche su altri territori perché ognuno deve metterci del proprio.”

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