lunedì 23 Dicembre 2024
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SOSTENIBILITÀ – Fondi di caffè come terreno di coltura di funghi

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La storia viene dall’America ed è così bella che vale la pena di diffonderla. Due neolaureati della prestigiosa università di Berkeley Nikhil Arora e Alejandro Velez, prima di lanciarsi verso una brillante carriera nel mondo finanziario, hanno avuto un’intuizione che ha cambiato il corso della loro vita. Hanno provare a coltivare funghi commestibili su vecchi fondi di caffè.

Consultato un esperto micologo, hanno scelto la varietà di spore più adatte per inoculare il terreno. Dopo qualche tentativo più o meno riuscito, gli esperimenti svolti nella cantina della loro casa ha avuto il successo sperato: non solo i funghi erano belli a vedersi, ma – cucinati e giudicati anche da uno chef di prestigio – erano risultati ottimi al palato. I due ragazzi hanno fondato l’azienda Back To The Roots  (letteralmente “torniamo alle radici”) e hanno iniziato a ritirare grandi quantità di caffè utilizzato e scartato da bar della zona. Ora coltivano grandi quantità di funghi fino a esaurire le potenzialità del “terriccio”, che puoi poi essere ancora rivenduto come fertilizzante biologico, assolutamente privo di sostanze chimiche.

Oltre alla vendita all’ingrosso dei miceti, ultimamente hanno escogitato anche dei kit “fai-da-te” come quelli che vedete nella foto, che consentono agli appassionati di coltivare i loro propri funghi in casa.

Ora questa idea innovativa e altamente amica dell’ambiente viene replicata ora anche in Italia con specie di funghi diversi, grazie agli studi di due giovani ricercatori di tecnologia alimentare dell’università di Potenza, Daniele Gioia e Annarita Marchionna. Dopo un periodo di studi ed esperimenti “domestici”, hanno fondato una piccola azienda, finanziata con l’aiuto di Coldiretti e hanno ricevuto il Premio nazionale Unioncamere “Scuola, creatività e innovazione”.

Il sistema per la coltivazione dei funghi sui fondi di caffè è abbastanza semplice: trovare il substrato non è difficile, perché lo scarto di caffè espresso è prodotto in enormi quantitativi nel nostro paese. Il primo stadio è quello di inoculo/semina del micelio; segue una fase di incubazione al buio, poi inizia la crescita da proseguire fino a completa maturazione. Tutto questo occupando pochissimo spazio e ottenendo funghi di sapore eccellente, analoghi a quelli in commercio. Anzi, con una maggiore compattezza e consistenza, qualità che li rendono più adatti a resistere alla cottura. Tra i vari tipi di funghi che i nostri ricercatori sono riusciti a produrre, ci sono anche i cardoncelli, una varietà molto richiesta nel sud Italia e nelle isole.

Il prossimo obiettivo è fornire ai consumatori un prodotto ultrafresco, mediante la preparazione di appositi pacchetti contenenti già tutto il necessario per una coltivazione in casa propria.

 

 

Fonte: [via]

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