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lunedì 04 Novembre 2024
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Argentina – Buenos Aires candida la tradizione dei suoi caffè tipici a Patrimonio culturale immateriale dell’umanità

A Buenos Aires si aspetta il riconoscimento come Patrimonio. Il Comitato Intergovernativo dell’Unesco si pronuncerà sull’istanza nel 2014

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MILANO – Il costume di bere il caffè nei locali di Buenos Aires potrebbe diventare “Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.

Questo se andrà a buon fine un progetto che le autorità della capitale argentina hanno presentato all’Unesco. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

Bere caffè e ballare il tango

L’iniziativa segue le orme del percorso intrapreso alcuni anni fa per il tango argentino, riconosciuto dall’Unesco nel 2009.

“La candidatura è stata formalizzata il 30 marzo all’Unesco, che si pronuncerà sull’istanza l’anno prossimo anno.” ha dichiarato il ministro della cultura della Città di Buenos Aires Hernán Lombardi.

Sottolineando come i caffè della capitale siano tradizionalmente il luogo della convivialità, della cultura, della letteratura e della musica.

L’idea della candidatura non è nata dal nulla

Specifiche norme giuridiche hanno già consentito di dichiarare Patrimonio Culturale della Città di Buenos Aires 73 locali (Bares Notables). Quelli considerati degni di tutela per il particolare ruolo culturale; per l’eredità storica o per il valore architettonico che li contraddistinguono.

Per difenderli e valorizzarli è sorta, dal 2010, una onlus chiamata #54Bares. Questa organizza incontri settimanali nei vari locali e altre attività conviviali.

Dalla tazzina di ceramica dei caffè di quartiere ai bicchieroni di cartone delle grandi catene multinazionali

Bere caffè a Buenos Aires non è monotematico. La città infatti, offre una grande varietà di luoghi e sapori. In funzione della diversità culturale, sociale e politica dei suoi abitanti, scrive il quotidiano La Nación.

Parlando di caffè letterari

Ad esempio, il pensiero va subito al Varela Varelita, un tempo rifugio preferito di Che Guevara e oggi luogo d’elezione di giovani attori, artisti, musicisti e intellettuali.

Nelle high street di Baires brillano anche le insegne di Starbucks, con la sua caffetteria di Plaza Armenia. Dove un’esuberante barista caraibica accoglie la clientela dispensando sorrisi e cordialità.

Tutto un altro mondo, rispetto ai modi sobri e laconici del Varela. Ma entrambi i locali, ciascuno a suo modo, appartengono a pieno titolo all’identità contemporanea della capitale argentina, osserva il quotidiano.

Molti caffè strizzano l’occhio al pubblico femminile

Come il Malvón, nel quartiere di Villa Crespo. Tappa obbligata dopo lo shopping nei numerosi outlet della zona.
Ci sono poi i locali aperti 24 ore su 24, come il bar Británico, nella Avenida Brasil; o i vari bar di quartiere, vera istituzione del vivere sociale.

E ancora, i bar frequentati dagli appassionati di calcio. (versione argentina del Bar Sport italiano) –  Come El Banderín o il Billinghurst – o, all’opposto, i locali classici ed eleganti. Come Las Violetas, dove la clientela femminile (prevalentemente over 50) è “truccata e profumata come se dovesse andare a teatro”.

Buenos Aires – conclude La Nación – ha un caffè adatto ai gusti di ciascuno dei suoi abitanti. Un motivo in più perché l’Unesco consideri tale tradizione un dono fatto dalla capitale argentina all’intera umanità.

I patrimoni italiani

I Patrimoni orali e immateriali dell’umanità costituiscono un’espressione della cultura immateriale del mondo. L’Unesco li ha inseriti in un apposito elenco, che si affianca a quello dei siti del Patrimonio materiale dell’umanità.

Mentre questi ultimi rappresentano cose tangibili, i primi rappresentano antiche tradizioni. Come ad esempio, bere caffè. Spesso quindi, non hanno una codificazione “scritta”. Ma sono tramandate oralmente nel corso delle generazioni.

Per quanto riguarda l’Italia sono stati inclusi nella Lista del patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco

L’Opera dei Pupi della Sicilia (2001), il Canto a Tenore della Sardegna (2005), la Dieta Mediterranea (2010) e il Saper Fare Liutario di Cremona (2012).

Per il 2013 è stata candidata la “Pratica agricola tradizionale della vite ad alberello di Pantelleria“.
Sempre per quest’anno, l’Italia ha candidato i “‘Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” nella Lista del Patrimonio materiale.

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