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venerdì 22 Novembre 2024
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BRASILE – Le stime Volcafe e il meteo hanno un’effetto bomba sulla Borsa di New York. Vi spieghiamo che cosa può succedere adesso

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MILANO – In un momento caratterizzato da un sentiment ribassista (vedi l’analisi pubblicata nei giorni scorsi), la notizia ha avuto l’effetto di una bomba. È successo lunedì, festa dell’Epifania in Italia, ma normale giornata di lavoro nel resto del mondo.

La svizzera Volcafe – ramo caffè di ED&F Man Holdings Ltd. – in una nota inviata ai clienti e ripresa da un’importante agenzia di stampa, ha formulato previsioni pessimiste sul prossimo raccolto brasiliano smentendo le stime ottimistiche che circolano da mesi.

Nel 2014/15 – affermano gli autorevoli analisti dell’influente trader elvetico – il Brasile produrrà appena 51 milioni di sacchi, contro i 57,2 di quest’anno e i 56,8 del 2012/13.

“Vorremmo condividere con voi quanto rilevato nelle osservazioni sul campo – si legge nella nota – poiché esse modificano sostanzialmente la cifra di 60 milioni di sacchi ipotizzata, per il raccolto 2014/15, nel nostro report trimestrale di novembre.

Quanto fondatamente riscontrato sul campo ci induce infatti a ridurre la nostra stima a 51 milioni, di cui 35 di arabica e 16 di conillon”.

Cosa motiva questa affermazione.

“I bassi livelli produttivi che abbiamo constatato in oltre due mesi di indagine sono dovuti principalmente a due fattori: uno legato alla fisiologia della pianta e l’altro a considerazioni di ordine economico fatte dai produttori.

Abbiamo osservato una percentuale più alta dei previsto di aborti fiorali – scrive il report – tale deludente andamento della fioritura, in particolare nel Sul del Minas, è dovuto all’elevato stress produttivo dopo due abbondanti raccolti consecutivi e ciò nonostante le condizioni climatiche pressoché ideali”.

Un ulteriore fattore che inciderà su questa marcata flessione produttiva saranno le drastiche pratiche di potatura (“esqueletamento”) attuate quest’anno da un numero nettamente maggiore produttori (circa il 17% in più secondo informazioni raccolte da Volcafe) per rinvigorire gli arbusti.”

Rimane inoltre un interrogativo: quanto potranno e vorranno investire in fertilizzazione i produttori?

“Causa i bassi prezzi del caffè, i coltivatori brasiliani devono spendere attualmente l’equivalente del prezzo ricevuto per 8 sacchi di caffè, per poter fertilizzare un ettaro di piantagione (nel Minas Gerais la produttività media è stata, per il raccolto 2013/14, di 26,65 sacchi ettaro, ndr.). Seguiremo dunque con attenzione le pratiche agricole dei produttori nei prossimi mesi”.

“Ipotizzando un raccolto brasiliano di 51 milioni di sacchi – conclude la nota – il nostro bilancio statistico per 2014/15 si trasformerebbe in un deficit di 5 milioni di sacchi, il primo dopo due anni consecutivi di surplus produttivo.”

Ice in ripresa

Tutte notizie che hanno fatto il gioco degli speculatori al rialzo. E così il contratto principale di New York (marzo) è schizzato lunedì a un massimo giornaliero di 121,45 centesimi, per chiudere a 121 cents, con un guadagno di 465 punti sulla seduta precedente.

La fregola rialzista si è ridimensionata già all’indomani, tanto che marzo è ridisceso in area 117 centesimi, ma non prima di aver toccato un nuovo massimo intraday di 122,60 cents.

A freddare i bollenti spiriti ha contribuito anche una dichiarazione di Jorge Esteve (Ecom Brasil), che ha invece rilanciato l’ipotesi di un raccolto brasiliano di almeno 60 milioni di sacchi smentendo quanto affermato da Volcafe.

Ci siano consentite alcune considerazioni sulle cifre emerse negli ultimi giorni.

Non per contestarle, bensì per contestualizzarle.

Come è noto, il raccolto brasiliano è oggetto, ogni anno, di stime estremamente discordanti dovute ai diversi criteri di calcolo e imputazione, agli interessi economici e (nel caso delle stime ufficiali) alle forti pressioni della politica e delle lobby dei produttori.

Ma ciò che distingue le cifre di Volcafe da quelle di Conab e di quasi tutte le altre fonti statistiche (e che induce dunque a riflettere) è il diverso trend di fondo che esse delineano.

Osserviamo infatti l’andamento dei raccolti brasiliani secondo le statistiche ufficiali.

Come abbiamo avuto modo di sottolineare nel commento alla stima Conab si è assistito, negli ultimi anni, a un progressivo livellarsi della produzione, con un conseguente restringersi della forbice tra gli anni positivi e negativi del ciclo biennale.

Il calo di quest’anno, rispetto al raccolto record del 2012/13, è stato appena del 3,3% e a determinarlo è stato soprattutto il minor raccolto di robusta.

Ecco rappresentati i dati ufficiali di Conab.

Alternanza - Conab dic 2013

Ecco invece le variazioni degli ultimi anni in base alle cifre del Dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda).

Secondo il minagricoltura americano, il calo rispetto al 2012/13 è stato del 5,3%.

Brasile istogramma produzione

Quest’ultimo istogramma riprende i dati di Volcafe.

Volcafe istogramma

Secondo il colosso di Winterthur, il picco produttivo è stato dunque raggiunto già quest’anno, in quello che sarebbe dovuto essere normalmente un anno negativo. Il raccolto 2013/14 risulta dunque superiore allo stesso raccolto 2012/13, considerato da tutti il più abbondante nella storia del paese sud americano.

A ciò si aggiunga che la produzione stimata per quest’anno – per l’appunto 57,2 milioni di sacchi – supera di 2 milioni di sacchi una precedente stima fatta da Volcafe, risalente alla scorsa estate.

E ancora: è vero che il Minas Gerais ha avuto un raccolto addirittura in (lieve) crescita rispetto al 2012/13, anche secondo i dati Conab. Ma solo alcune zone del Minas Gerais hanno registrato due raccolti consecutivi molto abbondanti e vicini in termini di volume, resi possibili dalle cure colturali e dagli investimenti in input agricoli.

In altre, l’eccezionale risultato di quest’anno è stato principalmente la conseguenza di un’inversione del ciclo biennale (e ha fatto dunque normalmente seguito a un’annata di minore produzione).

In altre ancora – è il caso del Cerrado – il calo produttivo è stato invece decisamente più marcato (-16,3% secondo Conab).

In altri stati produttori di arabica, inoltre, il paradigma biennale è stato ampiamente rispettato. È il caso dello stato di San Paolo, dove la produzione ha subito un calo di oltre il 25%, in linea con le medie storiche.

Non vanno poi dimenticate le ricadute positive del programma Renovar Arabica nell’Espírito Santo, dove la produzione di arabica è cresciuta del 25% nel 2013/14, raggiungendo i 3,486 milioni di sacchi (pari a una produttività media di 20,5 sacchi/ha), nonostante il ricorrere di un’annata negativa nel ciclo biennale.

Al di la delle supposizioni e del toto-cifre, comunque, incombe sul prossimo raccolto brasiliano una minaccia più diretta e immediata. I servizi meteo riferiscono infatti di pesanti piogge nella coffee belt, con livelli pluviometrici mai raggiunti negli ultimi 90 anni.

Per i prossimi giorni è previsto un calo delle precipitazioni, ma i danni sin qui prodotti potrebbero riguardare potenzialmente dal 30% al 40% del prossimo raccolto di arabica. Immediati i riflessi sulla borsa di New York, che è risalita ieri in area 120 centesimi.

La stima preliminare Conab sul raccolto brasiliano 2014/15 è attesa nelle prossime settimane.

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