MILANO – Il settore primario si conferma trainante per l’economia brasiliana. Secondo i dati diffusi in questi giorni dall’Istituto di studi avanzati in economia applicata dell’Università di San Paolo, il pil dell’Agribusiness è cresciuto l’anno scorso dell’1,59%, a 1.178,87 miliardi di reais (338,4 miliardi di euro).
L’incremento è inferiore alle previsioni e nettamente al di sotto di quello registrato nel 2013 (+5,22%), ma supera di gran lunga il modesto +0,1% di crescita segnato a fine anno dal complesso dell’economia brasiliana, con un pil che raggiunge in totale i 5.521,3 miliardi di reais (1.585,9 miliardi di euro).
Sul fronte agricolo, il caffè è uno dei pochi settori a evidenziare variazioni positive, assieme a etanolo e filiera della carta.
A livello macro economico, il contesto caratterizzante il 2014 è stato di crescita scarsa ed elevata inflazione.
Le ricadute positive attese grazie alla Coppa del Mondo non ci sono state e l’accentuarsi delle incertezze nell’arco della seconda metà dell’anno ha portato a costanti revisioni al ribasso delle previsioni di crescita. La perdita di fiducia – secondo gli economisti – è stata tangibile in tutti i settori.
Tornando al caffè, la filiera è stata sostenuta dalla ripresa dei consumi interni, dai livelli senza precedenti dell’export e dallo svalutarsi costante del real nei confronti del dollaro, che ha compensato le recenti flessioni dei prezzi sui mercati internazionali.
La moneta brasiliana ha perso un ulteriore 20% del proprio valore dall’inizio del 2015 toccando i minimi degli ultimi 11 anni.
Sulla flessione hanno inciso le difficoltà economiche, ma anche i recenti scandali finanziari, a cominciare da quello che ha coinvolto la società petrolifera Petrobras, che avrebbe costituito fondi neri per miliardi di dollari.
L’indice CEPEA/ESALQ, pur evidenziando forti oscillazioni, continua a riflettere un andamento positivo dei prezzi interni.
Per gli arabica, il valore è stato, il mese passato, di 459,99 reais/sacco, in flessione rispetto a gennaio, ma nettamente al di sopra delle medie dell’anno scorso. Il prezzo medio nei primi 8 mesi dell’annata di raccolto corrente (luglio-giugno) si attesta a 447,60 reais/sacco, contro i 332,49 dei 12 mesi precedenti.
Cooxupé ottimista
In un anno difficile per la caffeicoltura brasiliana, Cooxupé archivia l’esercizio 2014 con risultati estremamente positivi.
Il colosso cooperativo di Guaxupé (Minas Gerais) ha fatturato, l’anno scorso, 2,5 miliardi di reais (718,12 milioni di euro), ossia un incremento del 31,5% sul 2013, reso possibile dalla ripresa dei prezzi della commodity e dai maggiori volumi.
L’utile cresce addirittura del 360% raggiungendo i 139 milioni di reais (39,927 milioni di euro). I quantitativi complessivamente commercializzati hanno raggiunto i 5 milioni di sacchi.
Per il 2015, Cooxupé prevede un’ulteriore crescita del fatturato di 400 milioni di reais. Le prospettive appaiono buone.
Secondo il presidente Carlos Paulino da Costa, la produzione complessiva degli associati raggiungerà nel 2015/16 i 4,6 milioni di sacchi: quantitativamente in linea con quella dell’anno scorso, ma nettamente migliore sul piano qualitativo, grazie alle più favorevoli condizioni meteo degli ultimi due mesi.
Si tratta comunque di valutazioni preliminari, poiché – sostiene lo stesso Costa –sarà possibile fare una stima attendibile sul prossimo raccolto brasiliano appena ad aprile inoltrato.