MILANO – Inadempimenti e vertenze legali in crescita in Brasile, ma anche in Colombia ed Etiopia: i produttori dichiarano di non essere in grado di onorare i contratti. In alcuni casi, ciò accade per difficoltà reali. Vale la pena di ricordare, in particolare, la situazione dell’Etiopia, dove divampa la guerra civile. Ma in altri casi siamo semplicemente di fronte a produttori che stanno “facendo i furbi” nella speranza di riuscire ad annullare gli impegni a suo tempo sottoscritti.
E di vendere poi il proprio caffè a qualcun altro ai prezzi attuali, ben più alti di quelli precedentemente pattuiti.
Avevamo già riferito, alcune settimane fa, dei problemi della Colombia, dove sarebbero a rischio inadempimento contratti per 1 milione di sacchi. Ora la situazione si sta facendo critica anche in Brasile, stando a un report diffuso da Reuters.
Secondo l’agenzia, alcuni tra i massimi commercianti crudisti mondiali – compresi Louis Dreyfus, Olam e Volcafe – avrebbero adito le vie legali contro centinaia di produttori brasiliani inadempienti.
Come sanno gli addetti ai lavori, è pratica comune che i produttori vendano il loro raccolto con mesi – a volte, addirittura, anni – di anticipo, a prezzi prestabiliti.
Il fatto è che, quest’anno, i prezzi degli arabica sono lievitati di circa il 60%, complice il clima sfavorevole in Brasile e le difficoltà logistiche.
L’occasione, si sa, fa l’uomo, se non ladro, perlomeno un pochino meno onesto. Di qui la tentazione di accampare scuse di vario genere, approfittando del marasma attuale, per non rispettare i contratti.
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