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BRASILE – Primi report dalle aree di produzione confermano la gravità della situazione

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MILANO – Rimangono frammentarie le notizie provenienti dalle aree di produzione del Brasile: per avere un quadro preciso della situazione e formulare le prime stime ragionevolmente precise, quanto alle conseguenze subite dai raccolti, servirà ancora del tempo.

I segni lasciati dalla siccità senza precedenti che ha colpito estese aree in tutto il paese sono però ampiamente visibili: le immagini dei serbatoi vuoti e dei terreni arsi hanno fatto il giro del mondo.

I primi report informali che circolano tra gli addetti ai lavori descrivono una siccità senza precedenti per questo periodo dell’anno, che rende al momento arduo qualsiasi tentativo di quantificazione dei danni occorsi.

La scarsità d’acqua è tale che anche le piantagioni irrigate mostrano evidenti segni di sofferenza. L’arsura ha anche costretto i produttori a ridurre l’applicazione di fertilizzanti, già scoraggiata dai bassi prezzi dell’anno passato.

Molti temono che le conseguenze dello stress vegetativo subito dagli arbusti possa farsi sentire ancora più gravemente nel corso prossimo raccolto (2015/16). La siccità rischia inoltre di accrescere la vulnerabilità delle piante a parassiti e malattie, quali la cercosporiosi, la scolite, la Leucoptera coffeella e la stessa Roya.

A un dicembre piovoso – con alluvioni e smottamenti a Rio de Janeiro e negli stati di Bahia ed Espírito Santo – è seguito un gennaio caratterizzato da una siccità senza paragoni da almeno una trentina d’anni, nonché da valori record delle temperature. Anche il deficit idrico ha assunto proporzioni eccezionali, con ben 140 centri urbani in tutto il Brasile costretti a razionare l’acqua e disagi a milioni di persone.

Secondo Tercio Ambrizzi – docente di climatologia presso il Dipartimento di scienze atmosferiche dell’Università di San Paolo, a capo della Commissione brasiliana sul cambiamento climatico – quanto sta accadendo in questo momento è estremamente grave e necessita di grande e urgente attenzione.

Il futuro sarà caratterizzato da eventi climatici sempre più estremi afferma Ambrizzi: “Avremo periodi di forte pioggia alternati a prolungate siccità: dovremo rivedere la gestione dei bacini idroelettrici e la nostra strategia energetica”.

Attualmente, l’energia idroelettrica copre il 75% del fabbisogno brasiliano. Secondo Ambrizzi bisogna investire di più nell’eolico e nell’energia solare.

E, allo stesso modo, aiutare il mondo della produzione agricola ad adeguarsi ai mutamenti in atto, con opportune strategie di adattamento fornendo – specialmente ai produttori più piccoli – informazione, know-how e materiale genetico selezionato.

“È qui che entra in gioco lo stato” osserva ancora Ambrizzi.

O meglio, dovrebbe.

“Produciamo una gran mole di informazioni … dati, analisi e proiezioni, ma non le vediamo utilizzate dal governo. Purtroppo, in Brasile, le logiche politiche prevalgono su tutto il resto”

Il meteo intanto porta notizie buone solo a metà. Le precipitazioni degli ultimi giorni sono state sporadiche e sparse e, in ogni caso, non sufficienti a compensare i deficit sin qui registrati, né a scongiurare ulteriori danni.

Secondo Somar Meteorologia, un’area instabile porterà qualche pioggia nel Paraná, nel San Paolo e in parte del Minas Gerais. Questo sistema nuvolo lascerà il posto, in seguito, all’avanzare di un nuovo fronte freddo, che si muoverà lungo la costa sud orientale spingendosi probabilmente sino alla Zona da Mata.

Tra il 2 e il 6 marzo, le aree della coffee belt beneficeranno di ulteriori precipitazioni. Dall’inizio del 2014, le aree di produzione hanno ricevuto 38 mm di pioggia, contro i 355 mm costituenti la media storica per questo periodo dell’anno.

New York continua intanto la sua corsa al rialzo. Lunedì, il contratto per scadenza maggio ha guadagnato ulteriori 685 punti terminando a 176,35 cents. Chiusura piatta nella giornata di ieri, che ha visto variazioni minime sulle scadenze principali.

Da registrare infine una correzione all’outlook dei prezzi da parte di Rabobank, che prevede ora gli arabica in area 140 e 150 centesimi, rispettivamente alla fine del primo e secondo trimestre 2014.

Secondo la banca olandese, i prezzi scenderanno, ma le notizie sui danni subiti dal raccolto attuale e i danni potenziali sul prossimo continueranno a sostenere le quotazioni per il resto dell’anno.

Riviste anche le previsioni per i robusta, che raggiungeranno quota 1.800 dollari alla fine del primo quarto e 1.950 in conclusione del secondo.

L’abbondante raccolto vietnamita, sin qui commercializzato in misura pari ad appena il 40%, garantirà un approvvigionamento ampio sui mercati internazionali, ma bisognerà fare i conti anche con la crescente domanda di caffè robusta, poichè i prezzi elevati indurranno i torrefattori a usare meno caffè arabica.

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