MILANO – Il Brasile rompe il ciclo biennale degli arabica e registra il secondo incremento annuale consecutivo nella produzione di caffè. Secondo il report semestrale del servizio estero del dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda), il raccolto 2023/24 (ossia quello conclusosi questo autunno) ha segnato un ulteriore incremento di 3,7 milioni di sacchi attestandosi 66,3 milioni, contro i 62,6 dell’anno scorso (+5,9%) e i 58,1 del raccolto di due anni fa, pesantemente compromesso dalle gelate e dalla siccità.
La crescita produttiva va attribuita per intero agli arabica, il cui raccolto cresce del 12,8%, a 44,9 milioni di sacchi.
I robusta segnano invece una parziale flessione, dal massimo storico del 2022/23: la produzione scende infatti 21,4 milioni di sacchi (-6,1%), dai 22,8 dell’annata trascorsa.
Numeri piuttosto diversi da quelli delle stime ufficiali di Conab, che utilizza una metodologia diversa rispetto agli esperti del ministero americano, anche in ragione delle forti pressioni politiche alle quali è soggetta l’agenzia brasiliana.
La crescita maggiore si è registrata nel Minas Gerais, dove la produzione è stata di 33,1 milioni di sacchi (+21,2%). Forti incrementi si sono avuti nel sud-ovest (+25%) e nel centro-ovest (+48%) dello stato; in parziale flessione il sud-est (-2,5%).
Negativa su tutta la linea la stagione dell’Espírito Santo, dove la produzione segna una flessione del 14,3% e scende a 18 milioni di sacchi. Segnano il passo sia i robusta, di cui questo stato è il massimo produttore del Brasile, che gli arabica.
Il raccolto di robusta si attesta al dato, comunque ragguardevole, di 15 milioni di sacchi (-9,6%). Quello di arabica è in pesante calo (-31,8%), a 3 milioni, risentendo anche di fattori ciclici.
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