MILANO – Cresce in quantità, ma anche in qualità il mercato brasiliano del caffè. Secondo una recente indagine dell’analista specializzato Mintel, 5 brasiliani su 6 (84%) dichiarano di bere caffè e 3 su 5 (60%) di consumarne quotidianamente. Il Brasile non solo produce, ma consuma molto caffè.
Brasile: la terra del caffè
Tradotto in cifre aggregate, ciò porta a un consumo annuo che ha raggiunto, nel 2012, quota 1,23 milioni di tonn; ovvero 20,5 milioni di sacchi di caffè.
Un dato che colloca saldamente il Brasile al secondo posto nella graduatoria dei massimi consumatori mondiali; alle spalle dei soli Stati Uniti.
La crescita dei consumi è stata pari, sempre nel 2012, al 3,9% e si prevede che essa salirà al 4,4% entro il 2016.
In Brasile si valorizza la cultura del caffè
Parallelamente all’incremento costante dei volumi di consumo si assiste anche all’affermarsi di una migliore cultura del caffè di qualità.
Sin d’ora, infatti, circa un quarto dei consumatori afferma di preferire il consumo di prodotti di alta gamma a quello di prodotti di qualità corrente.
Un trend non riguarda soltanto le classi sociali più abbienti
La preferenza per i prodotti premium è espressa dal 29% dei consumatori; ma anche il ceto medio (classi C1/C2), dove la stessa preferenza viene dichiarata dal 23% dei consumatori.
Va detto che la spesa pro capite annua per l’acquisto del caffè rimane piuttosto bassa. – appena 18,17 dollari, contro quasi 30,8 dollari negli Usa. – Ma tale dato va anche contestualizzato nella specifica realtà socioeconomica del paese.
Lucas Marangoni – senior drinks analyst di Mintel –
Secondo lui le caffetterie costituiscono uno dei principali fattori trainanti dei cambiamenti in atto nel mercato brasiliano. Poiché molti consumatori sono influenzati positivamente da specialità e preparazioni (in particolare l’espresso), che spesso scoprono per la prima volta proprio in questi locali.
Ciò li induce “a sperimentare prodotti nuovi, che contribuiranno a modificare le loro future aspettative di consumo”.
È interessante osservare il delinearsi di preferenze diverse anche in base all’età.
Il Brasile varia a seconda del fattore anagrafico
L’incidenza più elevata di consumatori di caffè si riscontra infatti nelle fasce di età più elevata. Con un 93% di consumatori tra gli ultracinquantacinquenni, contro il 74% nella fascia 16-24 anni.
I giovani sono, in compenso, più aperti alle novità. Ben il 12% dei consumatori della suddetta fascia 16-24 dichiara, ad esempio, di consumare bibite fredde al caffè. Contro il 5% nella fascia 45-54 e una media intergenerazionale del 7%.
Il futuro a lungo termine di una categoria di prodotti dipende dai gruppi di età più giovane
Osserva ancora Marangoni – è essenziale che il mercato punti, con una visione di lungo periodo, a questo target di consumatori; con prodotti ritagliati sui loro gusti. Ad esempio mixando il caffè con altri ingredienti”.
“I gusti sempre più sofisticati dei consumatori brasiliani faranno sì che una percentuale crescente di caffè di alta qualità venga assorbita dal mercato interno piuttosto che esportata. – aggiunge Jonny Forsyth, global drinks analyst di Mintel. –
L’offerta globale di arabica di qualità è fortemente dipendente dal Brasile. Il ridursi della produzione esportabile a fronte di una forte domanda mondiale tuttora in crescita potrebbe contribuire, in prospettiva, a un’impennata dei prezzi.