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BRASILE – Cadono gli investimenti italiani nel settore del caffè

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MILANO – Il problema sono soprattutto le tante storie di macchine per espresso; spacciate per costruite in Italia e invece prodotte in Cina e rifiutate da un mercato selettivo.

A cura di Gil Manigrassi dal Brasile

Tutti quanti gli stranieri (specialmente ancora gli italiani) credono che venire a lavorare in Brasile, con il caffè, sia facile…   

Almeno la metà di quelli che “sapevano tutto” si sono giá lasciati ingannare sia dai nativi, sia dalle varie associazioni ed enti. I quali inneggiano ad una italianità, fatta di aiuti e consigli gratuit. Ma, che poi, non sempre sono veri e facili ad essere usati o, messi in pratica.

Ed i solerti -nuovi amici-  pensano soltanto a…  passare la vaselina ai nuovi arrivati, aspettandoli a braccia aperte !  

Gli italiani venuti in Brasile

Per -vincere tutti-  molti, o se ne sono andati di bocca buona, oppure hanno lasciato il Paese. Con la coda tra le gambe, ed a volte, lasciandosi dietro un serio volume di debiti. Per prima cosa, in questo Paese, per poter aprire una vera attività legale e commerciale, bisogna avere legalmente un socio brasiliano.  Chi dice che non è vero, è già uno dei predestinati ad avere problemi futuri. 

Ma, il socio brasiliano (anche con una  bassa percentuale di proprietà)  generalmente è una persona che, vuole aiutare, ed aiuta cosi

Se le cose andranno bene, vorrà guadagnarci sopra (senza far nulla…). E, se le cose andranno male, vorrà uscire dalla società, naturalmente chiedendo una buona uscita.

Poi, ci sono i super-intelligenti, quelli che se ne arrivano con delle macchine di caffè -Made in Italy-  ma, solo sull´etichetta e, poi, sul mercato ci si scopre, che questo prodotto è cinese. E crediate,  anche i brasiliani più  stupidi, sanno come importarlo dalla Cina e scrivere o inneggiare al puro prodotto italiano.  

Già sono più di una decina di ditte che, vendevano macchine di caffè di tutti i tipi che, se ne sono arrivate tutte baldanzose sul territorio, e , dopo poco tempo, sono sparite, lasciandosi i pochi e rari clienti acquisiti, col mal di testa, e, correndo dietro ai pezzi di ricambio introvabili.   

Una in questione, una ditta astigiana, nota per le sue macchine di caffè in cialda di buon livello é stata venduta  ad una multinazionale italiana del vending e, questa, si é ¨bruciata¨ letteralmente, perdendo tutto un mercato che l´importatore antico aveva fatto sul territorio, con le vere macchine italiane, sostituite poi con le loro ¨ cinesine¨ che, all´oggi, hanno dato solo problemi ed insoddisfazioni. 

Oltretutto, gli antichi proprietari della ditta omonima aperta in Brasile, sono tuttora sotto inchiesta della Polizia locale per sospetto di lavaggio di denaro.

Poi, abbiamo alcuni torrefattori, italiani (forse ingenui) che -vogliono esportare il loro caffè-  in Brasile, ovvero, é come andare a  vendere ghiaccio per gli esquimesi…  

Certo vi è qualche ditta italiana di alto nome (vedi Lavazza e Illy) , che importano i loro prodotti, e, lo fanno pure bene, ma, questi, hanno un nome forte, e, riescono a raggiungere delle mete, gli altri, che mi scusino, ma, pensino a coltivare  il loro orticello accanto a casa…

L´Italia, si sa,  era un´importante partner del Brasile, dal 2004 ad arrivare al 2008, questo commercio bi-laterale, ha raggiunto una tassa media del 17,3% ed ha attinto i 9,4 bilioni di U$D, ma, poi questa tassa è scesa ai minimi termini, nel  2009, nel 2010 e nel 2011, e, per il 2012, ancora non ci sono numeri, ma, da questi, non ci si spera nulla di buono !

Insomma, il Brasile, non è più un Paese in cui l´Italia può  esportare,  dati i vari dazi e tasse, il Brasile è diventato un luogo in cui bisogna venire per lavorarci e, poter produrre in loco !

Nell´anno passato, l´Italia, è stata all´ottavo posto, come rappresentazione commerciale nel Paese, ma, è rimasta soltanto col 23º posto nell´interscambio.

Il Brasile è grande, sta diventando una vera  potenza a livello mondiale, ma, ha ancora molte lacune da essere riempite, tra queste, quelle della serietà e, dell´etica commerciale, ma, pure gli italiani, che si credono troppo intelligenti, pure loro, perdono su questo tema…

 

Per informazioni: Gil Manigrassi mgdobrasil@mgdobrasil.com 

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