MILANO – Il governo brasiliano è pronto a varare nuove misure a sostegno del settore del caffè venendo incontro al grido d’allarme lanciato nelle ultime settimane dai produttori, duramente colpiti dalla drastica caduta dei prezzi.
Secondo indiscrezioni rilanciate dai media, l’annuncio dovrebbe arrivare a giorni, anche per evitare che le pressanti rivendicazioni delle organizzazioni di settore possano sfociare in proteste e mobilitazioni simili a quelle attuate lo scorso inverno in Colombia.
I rappresentanti dei produttori hanno indirizzato al governo un pacchetto di richieste che prevede, tra le altre cose, la possibilità per i contadini di rifondere i debiti conferendo il caffè prodotto, come pure di scambiare il caffè con le attrezzature e gli input necessari per la produzione.
La piattaforma prevede inoltre la costituzione graduale di uno stock governativo pari al 50% dell’export annuo del Brasile.
Lo scorso agosto, il governo ha elevato il prezzo minimo di riferimento per i caffè arabica a 307 reais per sacco da 60 kg (pari a 98 euro o 132 dollari).
Ha lanciato inoltre un programma di aste di opzioni put, per un totale di 3 milioni di sacchi al prezzo di 343 reais/sacco.
Inizialmente, le misure hanno contribuito a sostenere il mercato. Ma non sono riuscite a contrastare il successivo crollo dei prezzi.
Secondo una recente indagine Campo Futuro/CNA, in varie regioni del Minas Gerais (Guaxupé, Santa Rita do Sapucaí e Manhumirim) i costi di produzione superano, sin d’ora, i 350 reais/sacco.
Da segnalare intanto, che il Gain report semi annuale elaborato dal servizio informativo estero del minagricoltura statunitense (Usda) ha rivisto al ribasso di 600mila sacchi la sua stima sul raccolto 2013/14.
Non è stata ancora formulata alcuna previsione per quanto riguarda il prossimo raccolto 2014/15, che a detta di molti si preannuncia sin d’ora da record.
Torneremo sul report nei prossimi giorno con un approfondimento dei nostri esperti.