MILANO – La volatilità l’ha fatta da padrona sul mercato newyorchese durante la settimana passata, riflettendo le incertezze che accompagnano tuttora lo sviluppo del nuovo raccolto brasiliano, ma anche il consistente rafforzamento del dollaro.
La piazza americana ha raggiunto i suoi massimi lunedì scorso, con il contratto per scadenza marzo a 167,60 cents per libbra, in parziale crescita sul venerdì precedente.
Lo scenario è cambiato totalmente all’indomani. Il crollo delle quotazioni del real, ai minimi storici, ha accelerato le vendite dei produttori brasiliani mettendo pressione sui prezzi.
Al termine di una seduta caratterizzata da volumi di contrattazione ingenti (69.623 lotti), la scadenza principale ha lasciato sul terreno 820 punti precipitando sotto la soglia dei 160 centesimi, a 159,40 cents.
Dopo una chiusura pressoché invariata a metà settimana (+5 punti sulle due scadenze più ravvicinate) è seguita una nuova seduta con il segno più, che ha riportato il contratto benchmark a 164,55 cents (+510 punti) giovedì 12 febbraio.
La settimana si è chiusa però al ribasso, sotto la spinta delle vendite speculative alla vigilia del week-end lungo per la festività del President’s Day (l’Ice Futures US osserverà un giorno di chiusura lunedì 16 febbraio).
Il real ha toccato questa settimana i suoi livelli minimi dal 2004 nei confronti del dollaro. Incide negativamente sull’andamento della valuta brasiliana il quadro macroeconomico non esaltante, con l’economia in stagnazione nel quarto trimestre 2014, il peggioramento dello stato dei conti pubblici (con il dilatarsi del rapporto deficit/pil) e l’annunciato piano di austerità del governo, che rischia di rendere sempre più impopolare la rieletta presidente Rousseff.
Il biglietto verde è a sua volta sospinto al rialzo dalle forti tensioni internazionali e dai rischi della crisi greca, che fanno percepire il dollaro come un safe heaven.
Sul fronte meteo, le notizie che arrivano dal Brasile sono positive soltanto a metà. Le previsioni di World Weather parlano di precipitazioni in crescita, soprattutto nel Paraná e nel San Paolo sud occidentale, ma di carattere perlopiù irregolare.
Climatempo indica la possibilità di 100-150 mm di pioggia di qui al 26 febbraio in San Paolo, Paraná e nel sud, ovest e nord-est del Minas Gerais, mentre la parte restante del Minas e l’Espírito Santo saranno interessati da un blocco atmosferico, che limiterà fortemente le precipitazioni.
Nel suo bollettino di consulenza fitosanitaria, Fundação Procafé fa intanto il punto sull’andamento climatico di gennaio.
Il quadro non è rassicurante (vedi tabella sottostante, cliccare per ingrandire).
Nel sud del Minas Gerais, la massima area di produzione del Brasile, e in particolare nei comuni di Varginha, Carmo de Minas, Boa Esperança e Muzambinho, le precipitazioni sono rimaste al di sotto delle medie storiche, con un livello pari ad appena il 47% di quello atteso.
Situazione preoccupante anche nel Cerrado Mineiro, soprattutto nei comuni di Araxá e Patrocínio, dove sono caduti a gennaio, rispettivamente, 46,8 e 76,4 mm, contro un livello normale di 296 e 233 mm.
Anche nel comune di Araguari, il livello delle precipitazioni è stato inferiore di 123 mm ai valori consueti in questo mese dell’anno. Il deficit idrico in Araxá e Patrocínio sarebbe attualmente superiore ai 60 mm.
L’abbassamento del livello dei bacini ha imposto, in varie aree del Cerrado, il razionamento idrico complicando l’irrigazione.
Fundação Procafé osserva che la mancanza di acqua e umidità rischia di compromettere il corretto sviluppo delle piante in una fase critica del ciclo fenologico penalizzando la produttività delle piantagioni oltre ad avere conseguenze sullo sviluppo degli internodi, il cui numero oscilla tra i 4 e i 6, contro gli 8-10 costituenti la norma.
Sul mercato fisico brasiliano si registra un ulteriore apprezzamento dei prezzi del caffè conilon (robusta), che hanno raggiunto la settimana scorsa i livelli più elevati dal 2001 a oggi.
L’indice calcolato da Cepea ha registrato giovedì un valore 309,25 reais/sacco (109,11 dollari o 99,6 euro per sacco), con un incremento del 3,4% sulla settimana precedente.
Fortemente improntato alla volatilità l’andamento del corrispondente indice degli arabica, che si è attestato a 482,45 reais/sacco (170,22 dollari o 149,1 euro per sacco).
Come già riferito la settimana scorsa, l’export del Brasile prosegue a ritmi sostenuti. Secondo i dati del Ministero dell’agricoltura, le esportazioni di caffè in tutte le forme sono state a gennaio di 2,98 milioni di sacchi, pari a un incremento del 4,3% sullo stesso mese dell’anno scorso.
Il tutto per un valore di 589 milioni di dollari: ben il 50,5% in più rispetto a gennaio 2014.