MILANO – Crolla l’export del Brasile nell’ultimo mese dell’anno, che si conclude in ulteriore calo rispetto ai dati già non esaltanti del 2021. Secondo le statistiche rese note ieri da Cecafé, le esportazioni di caffè in tutte le forme sono state pari, a dicembre, a 3.195.036 sacchi: il 17,9% in meno rispetto allo stesso mese di un anno fa.
Negative tutte le voci: i volumi di caffè verde sono in flessione del 16,6%, a 2.864.638 sacchi. Quelli di arabica superano di poco i 2,8 milioni (-14,6%).
Ridotti al lumicino i quantitativi di robusta: appena 55.490 sacchi, pari al 61,3% in meno rispetto a dicembre 2021. E circa un settimo del volume record di due anni fa.
In rosso anche la voce caffè trasformato, con appena 330.398 sacchi (-28,2%) costituiti in massima parte da solubile.
Come già detto, l’anno solare 2022 vede un’ulteriore flessione delle esportazioni dovuta alla caduta dei volumi di robusta.
L’export dei 12 mesi trascorsi è pari a 39.350.256 sacchi, ossia il 3,1% in meno rispetto al 2021. Il dato è inoltre inferiore di oltre 5,3 milioni di sacchi, rispetto a quello record del 2020.
Le esportazioni di caffè verde scendono a 35.577.553 sacchi (-2,6%): il volume più basso degli ultimi quattro anni. L’unica nota positiva è la ripresa dell’export di arabica, che supera i 34 milioni di sacchi, con un incremento del 3,9% rispetto al 2021.
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