MILANO – L’export del Brasile segna il passo anche a gennaio, ma si mantiene su livelli elevatissimi, storicamente inferiori, per il mese, soltanto a quelli record dell’anno scorso. Secondo il report di Cecafé diffuso martedì, le esportazioni brasiliane di caffè in tutte le forme sono state il mese scorso di 3.221.639 sacchi. Pur in calo del 7,2% rispetto a gennaio 2019, i volumi sono ingenti. Il valore dell’export denominato in dollari è inferiore del 5,6%.
È interessante osservare però come il corrispettivo in moneta nazionale risulti invece in crescita del 4,65%, per effetto dello svalutarsi del real.
L’export di caffè verde è in flessione del 9,9% e supera di poco i 2,9 milioni di sacchi. I volumi di arabica diminuiscono del 12,8% riflettendo l’annata negativa del ciclo biennale, ma raggiungono ugualmente un volume cospicuo, vicino ai 2,7 milioni di sacchi.
L’export mensile di robusta è in crescita del 48,6% a 223.828 sacchi: un dato inferiore soltanto a quello record del gennaio 2015.
I volumi di caffè trasformato (in massima parte solubile) sono a loro volta in crescita del 28,8% a 317.137 sacchi (cliccare sulle tabelle per ingrandirle).
L’export del Brasile nei primi sette mesi dell’annata di raccolto 2019/20 è in calo del 4,1%, a 23.474.631 sacchi. Gli imbarchi di caffè verde scendono a 21.150.722 sacchi segnando una flessione del 4,7%.
Anche in questo caso, l’evoluzione negativa va imputata agli arabica, che decrescono di oltre 1,4 milioni di sacchi (-7,3%) fermandosi a 18.610.158 sacchi.
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