MILANO – La pandemia globale non ferma il settore del caffè, che continua a produrre, commerciare e trasformare l’aromatico chicco anche in questa stagione di raccolta. L’export mondiale ha segnato il passo a marzo, ma la flessione a volume (-3,7%) non è stata drammatica. E il Brasile, massimo esportatore mondiale, ha visto addirittura una lieve ripresa degli imbarchi. Nel suo ultimo report, l’Ico traccia un quadro pessimistico sul piano della domanda, ma non tutti concordano con questa sua analisi.
Rimangono i problemi logistico-sanitari, comuni – in parte – a tutte le filiere agricole. Come li stanno affrontando i due principali produttori dell’America meridionale?
In Brasile è già iniziata la raccolta dei robusta nei due principali stati produttori di questa varietà: Espírito Santo e Rondônia. In Espírito Santo (fonte Cepea), il raccolto risultava completato per il 5% a fine aprile.
Con le operazioni di raccolta a regime, i produttori di questo stato avranno bisogno di almeno 50 mila lavoratori stagionali.
Ma il flusso di manodopera è fortemente rallentato dai lockdown e si prevedono sin d’ora ritardi.
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