lunedì 23 Dicembre 2024
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Brasile dai due volti: arabica da record, robusta ai minimi storici

Vola la produzione di arabica spingendo il raccolto brasiliano ai massimi storici. Deludente l’annata dei robusta, che pagano le avversità climatiche senza precedenti che hanno colpito l’Espírito Santo. Lo stato di Minas Gerais è da solo il massimo produttore mondiale di caffè.

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MILANO – Cresce la produttività in Brasile, ma non ovunque allo stesso modo. Le cifre della quarta stima ufficiale Conab sulla produzione 2016/17 evidenziano infatti andamenti opposti per arabica e robusta, nonché vistose disparità tra regione e regione.

Breve riepilogo. Dopo l’ultima indagine sul campo – compiuta a inizio dicembre – l’Agenzia per l’approvvigionamento agricolo del Minagricultura di Brasilia ha inaspettatamente rivisto al rialzo la sua stima sull’ultimo raccolto portandola al volume record di 51,37 milioni di sacchi.

Un dato senza precedenti reso possibile dall’eccezionale produzione di arabica: 43,38 milioni di sacchi.

Più dell’intero raccolto (arabica+robusta) 2015/16, stimato da Conab in 43,24 milioni di sacchi.

Negativo, invece, l’andamento dei robusta (conillon). La cui produzione è in ulteriore calo di 3,2 milioni di sacchi e si attesta poco al di sotto degli 8 milioni di sacchi.

Robusta ai minimi

Per trovare un dato produttivo dei robusta più basso dobbiamo tornare indietro di 12 anni, all’annata 2004/05.

Allora, il raccolto di conillon fu di 7,56 milioni di sacchi. Era dall’annata 2006/07, che la produzione brasiliana di robusta non scendeva sotto la soglia dei 10 milioni di sacchi.

Ma la divergenza tra i risultati registrati dalle due varietà appare ancora più sorprendente guardando alla produttività.

Arabica: un raccolto senza precedenti

La produttività per ettaro degli arabica fa infatti un balzo in avanti del 31,3%. E raggiunge  il dato, anch’esso senza precedenti, di 28,43 sacchi/ha. Superando, di gran lunga, la produttività media dei robusta.

Quest’ultima crolla a 18,81 sacchi/ha, contro i 25,29 sacchi/ha del 2015/16 e i 29,54 sacchi/ha dell’annata record 2014/15.

L’analisi dell’andamento stato per stato riflette queste forti disparità.

Minas Gerais massimo produttore mondiale

Nel Minas Gerais, la produzione vola a 30,72 milioni di sacchi, in massima parte di arabica.

Un dato sufficiente a fare di questo stato il massimo produttore mondiale di caffè. Anche senza il resto del Brasile.

Rispetto ai 22,3 milioni di sacchi raccolti nel 2015/16, la produzione è cresciuta del 37,8%.

Il tutto grazie a un incremento del 32,2% della produttività e del 4,2% delle superfici produttive.

La regione del Sul de Minas vede lievitare il suo raccolto a 16,628 milioni di sacchi confermando le aspettative iniziali di un nuovo primato produttivo.

L’incremento è del 53,84% rispetto al 2015 e del 53,91% rispetto al 2014, due annate entrambe segnate da uno sfavorevole andamento climatico.

E supera del 20,6% il precedente record dell’annata 2012. La produttività cresce del 40,3% raggiungendo i 31,72 sacchi/ha, contro i 22,61 del 2015/16 e i 26,62 del 2012/13.

Contrariamente a quanto paventato a inizio raccolto, anche i riscontri a livello qualitativo sono positivi, con un crivello medio elevato e buona qualità in tazza.

L’incremento più spettacolare nel Cerrado Mineiro

Qui la produzione è lievitata di quasi il 75% volando a 7,4 milioni di sacchi. A questo risultato straordinario ha contribuito l’eccezionale balzo in avanti della produttività (+63%), che supera i 40 sacchi/ha.

Ma anche un’espansione delle superfici produttive del 7,3% resa possibile dall’entrata in produzione di aree nuove, rinnovate o sottoposte a potature drastiche nell’annata precedente.

Le uniche note negative giungono dalla Zona da Mata Mineira, dove il ciclo biennale è scandito ad annate invertite rispetto al resto dello stato e vigeva dunque un’annata negativa.

La produzione ha segnato un calo dell’8% attestandosi poco al di sotto dei 6,1 milioni di sacchi.

Il calo di produttività è stato peraltro modesto (-1,9%) e i suoi effetti sono stati amplificati da una contrazione delle superfici (-6,2%).

In flessione (-6%) anche le regioni di Norte de Minas e Jequitinhonha/Mucuri, il cui contributo produttivo è comunque modesto.

La variazione negativa è motivata, in quest’ultimo caso, dalle condizioni climatiche sfavorevoli.

In particolare, dalla siccità, che ha determinato un pesante deficit idrico, penalizzante per tutta l’agricoltura di quest’area.

Annata da incorniciare

Complessivamente, il 2016/17 è stato per il Minas Gerais un’annata da incorniciare. Il mantenersi dei prezzi a livelli remunerativi ha consentito ai produttori di investire in cure e input.

Il buon andamento climatico e la parziale espansione delle aree produttive hanno fatto il resto consentendo il raggiungimento di livelli produttivi senza precedenti.

Per il 2017/18 – sostiene Conab – dovremo però attenderci un calo significativo della produzione dovuto al ricorrere della ciclicità negativa in buona parte dello stato.

Preventivabile anche un aumento rilevante della percentuale di potature. Soprattutto sugli arbusti maggiormente stressati.

Espírito Santo a due velocità

Annata dai due volti per l’Espírito Santo. Il sud dello stato, dove prevalgono le colture di arabica, ha beneficiato di condizioni climatiche abbastanza favorevoli.

Nel nord, dove si concentrano le piantagioni di conillon, l’andamento climatico è stato invece fortemente penalizzante.

La prolungata siccità e le alte temperature nei momenti chiave del ciclo vegetativo hanno pregiudicato l’esito di questa stagione di raccolto.

Risultato: la produzione di arabica è lievitata di oltre un terzo avvicinandosi ai 4 milioni di sacchi.

Quella di robusta ha subito una nuova battuta d’arresto arretrando del 35% e collocandosi poco al di sopra dei 5 milioni di sacchi.

La produttività degli arabica (26,21 sacchi/ha), in forte crescita (+33,9%) ha surclassato quella dei robusta (19,36 sacchi/ha), in vistoso calo (-29,4%) per il secondo anno consecutivo.

Siccità senza precedenti

Conab sottolinea le avversità climatiche senza precedenti che hanno colpito le aree dei robusta negli ultimi due anni.

Le temperature medie diurne sono aumentate di 3 gradi, mentre le medie pluviometriche hanno segnato cali compresi tra il 30% e il 60%, a seconda delle regioni.

I danni rilevantissimi subiti dalle colture potrebbero estendersi anche al 2017.

Raccolto memorabile

Annata memorabile in San Paolo, lo stato che registra l’incremento produttivo più marcato. Il raccolto (tutto di arabica) è cresciuto del 48,4% superando i 6 milioni di sacchi.

La produttività ha registrato un salto del 46,7% sfiorando i 30 sacchi/ha. L’incremento più spettacolare nella regione di Franca, dove il rendimento per ettaro ha segnato un +175,6% toccando i 43,42 sacchi/ha.

A guastare un’annata altrimenti memorabile i rigori dell’ultimo inverno .

Le gelate che hanno colpito, a giugno, soprattutto il sud, e, a luglio, principalmente il nord dello stato rischiano infatti di ridurre il potenziale del prossimo raccolto, che già risentirà della ciclicità negativa.

Bahia in calo

Nonostante un espansione delle aree produttive nell’ordine dell’8%, lo stato di Bahia vede calare la propria produzione del 10,8% a poco meno di 2,1 milioni di sacchi.

Sul fronte dei robusta, l’area in produzione è aumentata di oltre il 30%, ma un calo della produttività del 46,4% ha fatto crollare il raccolto a 826.100 sacchi (-30,2%).

A compromettere un’annata partita con premesse promettenti, la forte e prolungata siccità occorsa nella regione dell’Atlantico, dove si concentra la produzione di conillon dello stato.

Il raccolto è stato estremamente deludente anche sul piano qualitativo, con un’elevata percentuale di chicchi classificati di qualità inferiore (sino al 40% in alcune aree).

Le prospettive per l’annata entrante si annunciano comunque buone ed è preventivabile una significativa ripresa produttiva.

È andata meglio sul fronte degli arabica. La produzione è cresciuta del 9% a 1,27 milioni di sacchi.

Ma, anche in questo caso, il bilancio è positivo a metà.

La produzione è infatti cresciuta dell’11,8%, a 921.600 sacchi nel Planalto, ma appena del 2,2% nel Cerrado, dove la produttività in calo (-17,6) – ancorché sempre molto elevata (30,51 sacchi/ha) – ha vanificato la forte espansione delle aree produttive (+24,1%).

Paraná a ciclo invertito

Questo stato presenta un ciclo degli arabica invertito, a causa della battuta d’arresto subita dalla produzione a seguito delle gelate del 2013.

Il 2016/17 è coinciso dunque in Paraná con un’annata negativa, i cui effetti sono stati accentuati dalle piogge in eccesso di dicembre e gennaio e dalla siccità, a marzo e aprile.

Forti precipitazioni hanno caratterizzato anche il periodo della raccolta, con conseguenze sulla qualità media dei chicchi.

La produzione ha subito un calo del 18,8% fermandosi a 1,047 milioni di sacchi. La produttività è scesa a 22,68 sacchi/ha (-21,8%).

Rondônia segna il passo

L’estensione delle aree produttive in Rondônia è rimasta invariata rispetto all’annata precedente.

Tuttavia, la scarsità di precipitazioni nel periodo compreso tra agosto e dicembre, unita alle alte temperature, ha inciso negativamente sullo sviluppo del raccolto portando a un calo di produttività del 5,6%.

Il raccolto di questo stato (100% robusta) è sceso così a 1,63 milioni di sacchi. L’intero volume è già stato commercializzato.

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