MILANO – Tornano a crescere i consumi brasiliani. Dopo la battuta d’arresto del 2013 (-1,23%), il 2014 ha visto un’analoga ripresa (+1,24%), che riporta il totale nazionale a quota 20,333 milioni di sacchi.
Lo attestano i dati diffusi in questi giorni dall’Abic – l’Associazione dell’industria del caffè – relativi, più precisamente, al periodo novembre 2013 – ottobre 2014. Il consumo pro capite si attesta a 4,89 kg/abitante (6,12 kg corrispettivo caffè verde), pari a 81 litri all’anno.
Le cifre del periodo in rassegna confermano il trend di concentrazione in atto nell’industria brasiliana. Le grandi aziende registrano percentuali di crescita a volume vicine alla doppia cifra.
Le medie imprese (tra i 1.000 e i 5.000 sacchi al mese) accusano perdite marginali (-0,84%), mentre le imprese più piccole sono in forte calo. Le aziende di torrefazione complessivamente censite passano dalle 1.428 unità del 2013 a 1.299 nel 2014.
Il fatturato di settore è stimato in circa 7 miliardi di reais (2,15 miliardi di euro).
I prezzi al dettaglio hanno segnato, nei 12 mesi, rincari compresi tra il 9,7% (per i prodotti “tradizionali”) e il 12,4% (nel segmento gourmet), a fronte di incrementi medi del costo del caffè verde pari al 58% per gli arabica e al 22% per il conillon.
Il ritocco ai listini è stato, tutto sommato, contenuto, se si considera che, oltre alla materia prima più costosa, hanno inciso pesantemente sui bilanci delle aziende anche altre componenti negative, quali i costi energetici e le perdite sui cambi.
Secondo dati Nielsen, il caffè viene consumato nel 98,2% delle famiglie. Il torrefatto macinato rimane il prodotto preferito dai brasiliani (86,4% del mercato a valore).
Tra i metodi di preparazione prevalgono quelli tradizionali (caffè filtro). Si beve caffè soprattutto al mattino (78% degli intervistati) e nel pomeriggio. Il fuori casa costituisce circa un terzo dei consumi totali.
Il caffè porzionato è diffuso in appena l’1% delle famiglie e costituisce, a valore, un modesto 1,7% del totale. Ma le vendite sono in forte crescita: sempre nel 2014 hanno registrato un incremento del 52,4% a volume e del 55,5% a valore, sul 2013.
Abic è convinta che le macchine a cialde e capsule entreranno nel 20% delle case brasiliane di qui alla metà del prossimo decennio. Numerose aziende hanno annunciato il debutto in questo segmento e i big di mercato stanno compiendo investimenti ingenti.
Al momento, comunque, il caffè porzionato rimane un prodotto per ricchi. Il 91% delle famiglie che possiede una macchina appartiene alla classe A o alla classe B di reddito (cioè i ceti più abbienti), con una forte concentrazione delle vendite nell’area di San Paolo e della regione del sud.
Buone, infine, le aspettative per l’anno in corso: Abic prevede infatti una crescita del 3% a volume, che porterà i consumi a quasi 21 milioni di sacchi.