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Brasile: i consumi del Paese in crescita, prossimo il sorpasso degli Usa

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BRASILE – I consumi brasiliani in forte crescita Il sorpasso nei confronti degli Usa è imminente. Le quotazioni negli ultimi mesi sono scese solo grazie ai raccolti abbondanti, ma la domanda continua ad aumentare – Si fa sempre più viva anche la concorrenza per assicurarsi il coloniale di migliore qualità. MILANO – Meno di un anno fa, il future sul caffè arabica a New York aveva superato, per la prima volta in 14 anni, la punta di 3 dollari per libbra. Poi però la buona disponibilità derivante dagli abbondanti raccolti ha portato le quotazioni a chiudere il 2011 a 226,85 cents, per scendere in questa settimana a livelli poco superiori a 182 cents. La flessione non deve ingannare: tra le materie prime scambiate sui mercati a termine internazionali, il caffè spicca per la sua apparente impermeabilità alla crisi economica, che invece influisce nettamente sui corsi di altri prodotti di base. Anche il petrolio in realtà sembra reagire poco al rallentamento dei consumi in Occidente, ma in questo settore si fa sentire l’effetto della cosiddetta “primavera araba”, cui si uniscono le tensioni sociali in Nigeria e soprattutto l’embargo di Usa e Ue sull’Iran, la cui estrazione petrolifera pare essere scesa per questo ai minimi decennali. Non è questo il caso del caffè arabica, i cui prezzi calano nonostante i consumi mondiali continuino ad aumentare. Quotazioni ben inferiori a due dollari per libbra sono l’effetto di raccolti abbondanti, uno per tutti, quello brasiliano. Il paese controlla circa un terzo dell’intero export mondiale e lo scorso anno la sua produzione, relativamente ridotta a causa del naturale ciclo vegetativo biennale, ha superato 43 milioni di sacchi da 60 kg. Quest’anno, complice il picco ciclico, il raccolto brasiliano probabilmente salirà fino al record assoluto di 52,3 milioni di sacchi. Sarebbe però incauto chi desse per scontato che le quotazioni sono destinate a calare ancora a lungo. Certo, può avvenire, ma in realtà già a questi livelli i consumi sono incentivati, specialmente negli stessi paesi produttori. Proprio il Brasile sta completando il proprio inseguimento al titolo di maggior consumatore mondiale: il sorpasso nei confronti degli Usa è considerato imminente e la corsa è alimentata dalla crescita economica, che ha spinto l’economia di Brasilia al sesto posto assoluto. L’Associazione locale dei torrefattori nota che la richiesta interna di caffè è raddoppiata rispetto al 1995 e crescerà del 3,5% nella campagna commerciale iniziata in ottobre. I brasiliani “berranno” 20,4 milioni di sacchi, invece dei 18,9 consumati nel 2010, anno in cui negli Stati Uniti finirono 21,8 milioni di sacchi. Negli Usa il consumo pro-capite aveva toccato un picco di 8,9 kg nel lontano 1946, ma già nel 2009 il livello si era più che dimezzato, scivolando a 4,1 kg.

In Brasile invece, secondo stime del dipartimento americano dell’Agricoltura, il consumo pro-capite è salito nel 2010 a 6 kg, un primato che potrebbe durare poco

I consumatori americani ed europei faranno bene a non sottovalutare la concorrenza del Brasile. Essa infatti non è solo quantitativa, ma anche qualitativa. Starbucks, il colosso della distribuzione di caffè, ha aperto il suo primo negozio in Brasile nel 2006 e alla fine di quest’anno il numero sarà salito a 38. Il marchio locale Bravocafé (creato nel 2001 da Diego Ribeiro da Luz, affascinato da un italianissimo espresso Illy e impegnato a creare un concorrente nel proprio paese) si beve ormai in 800 locali. Quanto a Nestlé, ha visto le vendite di prodotti a base di caffè salire del 40% nel 2011 in Brasile e conta di replicare quest’anno. Il problema, per gli appassionati del gusto, è che il palato dei brasiliani si è fatto assai più esigente, grazie anche alle possibilità economiche, decisamente migliorate negli ultimi anni. I consumi mondiali, cresciuti a un ritmo del 2,5% nell’ultimo decennio, saliranno almeno dell’1,5% nel 2012, secondo il direttore esecutivo dell’International Coffee Organization, Roberio Silva, e la concorrenza dei torrefattori brasiliani si farà sentire sempre di più. I tempi in cui tutti i chicchi di miglior qualità prendevano la via dell’estero rischiano di essere da dimenticare. Per saperne di più: http://www.firstonline.info

Non solo il Brasile: in Colombia, produzione in calo anche a febbraio

Ancora deficitaria la produzione colombiana, che continua a risentire delle scarse fioriture causate dai rigori invernali dell’annata trascorsa. Secondo i dati diffusi la settimana passata da Fedecafé, nel suo report mensile, la produzione è stata, a febbraio 2012, di appena 571.000 sacchi e l’export di 556.000 sacchi. Negli ultimi 12 mesi disponibili (marzo 2011 – febbraio 2012), la produzione è stata pari a 7.243.000 sacchi, in calo del 23% rispetto ai 9.432.000 dell’analogo periodo immediatamente precedente. Nello stesso arco temporale, l’export ha subito una flessione del 10% scendendo a 7.332.000 sacchi.

I programmi di rinnovo della Federazione – si legge nel report – hanno fatto sì che più di 300.000 ettari siano stati rinnovati, nell’arco degli ultimi 3 anni, in massima parte con varietà resistenti alla ruggine del caffè, da cui l’aspettativa di un minor raccolto durante l’anno in corso quale conseguenza di una proporzione maggiore di arbusti improduttivi nelle piantagioni colombiane. Riscontri positivi per Procafecol S.A. La società che gestisce il marchio Juan Valdez ha chiuso l’esercizio 2011 riportando risultati rilevanti rispetto a tutti i principali indicatori di redditività, ai quali si accompagna il varo recente dei primi franchising e il consolidamento della strategia di espansione commerciale negli scali aerei Usa.

A fine 2011, la società ha registrato un risultato operativo superiore ai 56 milioni di dollari, in crescita del 21% rispetto al 2010

L’utile operativo ha superato gli 1,3 milioni di dollari, contro perdite per 6,1 milioni nell’esercizio precedente. Le spese operative di vendita sono diminuite dal 45% del 2010 al 40% nel 2011. L’Ebitda segna un incremento record del 52% raggiungendo quota 6 milioni di dollari contro i 3,9 del 2010. Ha dichiarato il presidente di Procafecol Hernán Mendez: “Siamo molto soddisfatti dei nostri risultati nel 2011. La crescita della società e il consolidarsi del marchio Juan Valdez in patria e all’estero stanno generando un cash flow positivo e lasciano intravedere un futuro promettente. I rilevanti investimenti compiuti negli anni precedenti sono praticamente rientrati e siamo fiduciosi che l’anno 2012 possa essere un anno proficuo.” Grazie alla ristrutturazione finanziaria adottata da Procafecol nel 2010, consistita nella conversione di debiti da breve a lungo termine, e al significativo flusso di cassa nel 2011, le obbligazioni finanziarie della società sono scese da 24,8 milioni nel 2010 a 20,8 milioni a fine 2011. L’utilizzo del marchio Juan Valdez ha continuato inoltre a generare royalties a favore del Fondo nazionale del caffè.

Dalla fondazione nel 2002, Procafecol e le sue affiliate hanno realizzato royalties a favore dei produttori colombiani di caffè per oltre 12,95 milioni di dollari, che sono andate a sostegno dei programmi sociali. A fine anno, un totale di 173 caffetterie Juan Valdez risultavano operanti in 6 paesi di tutto il mondo, in aggiunta ai 131 locali attualmente funzionanti in Colombia.

Nell’ambito delle strategie di espansione di Procafecol, sono stati sottoscritti, nel 2011, 2 nuovi accordi di franchising che hanno portato all’apertura di 6 nuovi locali in 4 città colombiane. Sul fronte internazionale, l’apertura di una caffetteria Juan Valdez nella Ocean Trump Tower di Panama ha costituito l’atto iniziale di un piano che punta ad aprire 10 nuovi locali nel paese centroamericano nell’arco dei prossimi 5 anni.

A fine 2011 è stata aperta la settima caffetteria Juan Valdez negli Stati Uniti, all’interno dell’aeroporto internazionale di Miami. Nella sua prima settimana di attività, il locale è stato visitato da più di 10.000 clienti. Grazie allo sviluppo del business e all’espansione in nuovi mercati internazionali quali, ad esempio, la Russia, il canale grocery ha registrato una crescita del 41% rispetto al 2010 raggiungendo un fatturato di 9,1 milioni di dollari. Cresce, infine, del 168% il canale istituzionale, che raggiunge 1,92 milioni di dollari, grazie alle nuove partnership strategiche sviluppate nell’arco dell’anno, quali, ad esempio, la presenza del caffè Juan Valdez nei voli della compagnia aerea cilena Lan.

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