MILANO – Brasile come il Vietnam: se sul fronte arabica il massimo produttore mondiale ha patito quest’anno le conseguenze del ciclo negativo, il raccolto di robusta (o conilon, come lo chiamano in Brasile) è stato da record. E con indici di produttività ormai vicini a quelli del paese asiatico, leader mondiale per la varietà meno pregiata, in termini di produzione e produttività.
Questa la realtà fotografata dalla stima Conab diffusa la scorsa settimana, che ha ulteriormente tagliato le cifre degli arabica e ritoccato al rialzo quelle del conilon.
I dati Conab sono tradizionalmente sottostimati rispetto a quelli della maggior parte delle altre fonti, che collocano mediamente la produzione di quest’anno ben al di sopra dei 55 milioni di sacchi.
Safras & Mercado, ad esempio, stima la produzione di quest’anno del Brasile in 57,05 milioni di sacchi.
Vanno dunque presi cum grano salis tenendo conto dei diversi criteri statistici dai quali discendono.
Cionondimeno, dai dati storici relativi a superfici, produzione e produttività emergono spunti interessanti relativi all’evolversi del settore del caffè in terra brasiliana. Che vale la pena di sviluppare.
Ricordiamo che la quarta stima Conab quantifica il raccolto conclusosi lo scorso autunno in 49,3 milioni di sacchi: il 20% in meno rispetto al raccolto record dell’annata precedente.
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