MILANO – Bufera sulle cifre Conab rese note martedì. L’agenzia del minagricoltura brasiliano ha diffuso il 16 settembre la sua terza stima sul raccolto 2014/15, ritoccando lievemente al rialzo le previsioni di maggio e portando il dato sulla produzione a 45,1 milioni di sacchi. Conab è nota per le sue previsioni estremamente conservative e nettamente inferiori a quelle del settore privato. Tale cautela è motivata dalle forti pressioni politiche esercitate dalla lobby dei produttori.
Poiché, anche quest’anno, le cifre di Conab si collocano mediamente un 5-10% al di sotto di quelle avanzate dalle altre fonti giunge ancora più sorprendente la dura presa di posizione assunta ieri (18 settembre) dal Consiglio nazionale del caffè (Cnc), la più importante entità privata brasiliana di settore.
L’attacco è stato sferrato con una lettera scritta a quattro mani dal direttore esecutivo del Cnc Silas Brasileiro e dal presidente della commissione caffè della Confederazione dell’agricoltura (Cna), Breno Mesquita.
“Rispetto alle cifre diffuse martedì 16 settembre – si legge nella nota – Cnc e Cna vorrebbero che Conab chiarisse la correzione al rialzo apportata alle proprie stime, che interviene in un momento in cui ci troviamo di fronte a uno dei peggiori scenari climatici degli ultimi decenni. Diciamo ciò, poiché tutti i dati e le informazioni che riceviamo dalle cooperative, dai sindacati e dalle associazioni dei produttori indicano flessioni rilevanti, mediamente nell’ordine del 30%, con scostamenti in più o in meno, a seconda della zona di origine.
È opportuno ricordare che le operazioni di raccolta non si sono ancora concluse – manca circa il 10-15% del raccolto – e non è dunque possibile appurare con precisione i rendimenti e la quantità di chicchi mediamente necessari per ottenere un sacco da 60 kg. Date le vicissitudini climatiche – compresa la gelata dell’anno scorso in Paraná – il forte deficit idrico e le temperature elevate avremo certamente una maggiore incidenza di chicchi difettosi o di minore crivello”.
Per questo motivo, e visto anche il perdurante scenario climatico negativo per lo stato fitosanitario delle piante, è impossibile che le stime di raccolto possano essere oggetto di una revisione al rialzo. Quale organo del governo federale, di cui abbiamo sempre avuto la massima considerazione, in quanto divulgatore ufficiale delle cifre sui raccolti, Conab deve rivedere al più presto i suoi criteri di stima”.
Critiche anche al recente studio di Conab, nel quale i ricercatori dell’agenzia sostengono che la produzione brasiliana di caffè potrebbe potenzialmente risalire a 48,8 milioni di sacchi nel 2015/16. La nota contesta, in particolare, il fatto che un organo federale possa ipotizzare delle cifre a tavolino, in base a trend e serie storiche, senza compiere un’indagine sul campo.
È bene ribadire, che lo studio di Conab delinea un semplice scenario potenziale e che il dato sopra indicato non vuol costituire in alcun modo una stima.
Lo studio di Fundação Procafé di cui si parlava nel numero di ieri è stato commissionato proprio da Cnc.