MILANO – La grande incertezza che sta accompagnando lo sviluppo del nuovo raccolto e il rilevante calo produttivo registrato in quello appena terminato non rallentano il ritmo degli imbarchi brasiliani, che continuano ad attestarsi su livelli record.
Secondo i dati diffusi dal Consiglio degli esportatori di caffè del Brasile (Cécafé), l’export di caffè in tutte le forme del primo produttore mondiale è stato, a ottobre, di 3.264.312 sacchi, in lieve crescita (+0,9%) rispetto allo stesso mese del 2013. A fronte di un incremento a volume di meno di 30 mila sacchi, il dato a valore segna un +38,7% portando nelle casse brasiliane 672,968 milioni di dollari.
La variazione positiva va imputata al solo export di caffè verde, che cresce del 4,6% sull’anno precedente raggiungendo quota 3.036.749 sacchi. Il merito è tutto dei robusta. Gli imbarchi di conillon crescono, infatti, ben del 179% (+176.899 sacchi) a 275.893 sacchi, mentre quelli di arabica risultano in calo dell’1,6% a 2.780.856 sacchi.
Segna il passo, invece, l’export di caffè trasformato (-31,3%), che scende a 227.563 sacchi, in massima parte di solubile.
Le esportazioni dall’inizio dell’anno solare (gennaio-ottobre) raggiungono il livello, senza precedenti, di 29.961.843 sacchi (+15,4%) polverizzando il precedente record di 27,724 milioni di sacchi del 2011. Il fatturato è pari a 5,312 miliardi di dollari, in crescita del 20,4% rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso.
Anche in questo caso, le vari voci evidenziano risultati opposti. L’export di caffè verde segna un +17,7%, pari a un incremento di oltre 4 milioni di sacchi, attestandosi a 27.032.935 sacchi, di cui 24.498.336 (+12,2%) di arabica. Gli imbarchi di robusta si incrementano addirittura del 122% (quasi 1,4 milioni di sacchi in più), per un dato, anch’esso senza precedenti, di 2.534.599 sacchi.
In calo, al contrario, le esportazioni di caffè trasformato, che scendono a 2.928.908 sacchi (-2,2%). Le vendite all’estero di caffè solubile subiscono una contrazione del 2,3% attestandosi a 2.905.226 sacchi.
In termini percentuali, l’export di caffè verde ha costituito il 90,2% del totale a volume e il 90,4% a valore.
Un altro dato significativo da segnalare è la forte crescita delle esportazioni di caffè differenziati, che passa da poco più di 4 milioni di sacchi, nei primi 10 mesi del 2013, a 6.764.740 sacchi costituendo il 22,6% dell’export a volume e il 29% a valore.
Gli Stati Uniti rimangono la principale destinazione degli imbarchi brasiliani. Tra gennaio e ottobre di quest’anno hanno preso la via degli Usa 6.139.660 sacchi, con un incremento del 20,34% rispetto all’anno passato.
In forte crescita (+28,35%) anche l’export verso la Germania, che risulta pari a 5.669.824 sacchi.
Più contenuto (+3,40%) l’incremento registrato dal nostro paese, che si conferma comunque il terzo mercato del caffè brasiliano con 2.353.870 sacchi, davanti al Belgio (+37,10%), con 2.235.761 sacchi, e al Giappone (-2,87%) con 2.073.982 sacchi.
Con 23.624.363 sacchi imbarcati, pari al 78,8% del totale, Santos si conferma il principale porto del caffè brasiliano. Seguono, a larga distanza, Rio de Janeiro, con 3.836.157 sacchi (12,8%), e Vitória, con 858.912 sacchi (+2,9%).
Secondo Cecafé, gli imbarchi proseguiranno su ritmi analoghi negli ultimi due mesi dell’anno e dovrebbero raggiungere, a fine 2014, il volume senza precedenti di 36 milioni di sacchi.