MILANO – Fairtrade ancora una volta in prima linea a favore di un commercio più equo. A sostegno dei piccoli produttori di caffè ora ancora più allarmati rispettoall’ulteriore ribasso del prezzo di questo prodotto. L’occasione per portare avanti la protesta è stata quella del Boston specialty coffee expo. Durante l’esposizione, Fairtrade dell’America Latina e dei Caraibi, ha denunciato una situazione a rischio. Leggiamo la notizia dall’articolo di Repubblica.it.
Boston specialty coffee expo vetrina della protesta solidale di Faitrade
“La situazione non è più sostenibile – dice una nota di Fairtrade Italia. – Infatti, 25 milioni di famiglie di piccoli produttori di caffè, più di 100 milioni di persone, corrono il rischio concreto di non riuscire a mandare i figli a scuola. Né di avere abbastanza cibo per nutrirsi. Il nuovo ribasso record del prezzo del caffè a livello mondiale, arrivato a 90 centesimi di dollaro alla libbra, ha un impatto enorme su chi produce”.
Dei 200 miliardi di dollari che le vendite di caffè rappresentano a livello mondiale, i contadini a fatica ricevono una percentuale tra il 6 e il 10 per cento. Così denunciano i piccoli produttori Fairtrade della Clac. Il Coordinamento dell’America Latina e dei Caraibi, con una presa di posizione che intende far conoscere ciò che sta accadendo nella produzione mondiale del caffè.
E i costi di produzione aumentano
A questa grave situazione si uniscono i costi per le certificazioni di sostenibilità, sempre più richieste dal mercato. E per l’adattamento al cambiamento climatico: “In più, l’attuale crisi, causata da un nuovo record dei prezzi al ribasso, ha colpito direttamente 25 milioni di famiglie di contadini. E oltre 100 milioni di persone la cui vita dipende dal caffè. Di questi, l’80 per cento sono famiglie di piccoli produttori.
Mentre i costi di produzione continuano a crescere e il cambiamento climatico dà come risultato produttività più bassa e costi più alti
Il prezzo attuale del caffè in borsa si sta avvicinando ai 90 centesimi di dollaro alla libbra. Dall’altra parte, c’è una pressione crescente che grava sulle famiglie di contadini. Come la richiesta di un numero sempre maggiore di certificazioni per il rispetto di requisiti sociali, lavorativi e ambientali e la richiesta di monitorare l’impatto degli investimenti.
