MILANO – Il caffè torna sull’otto volante, con marcati alti e bassi su entrambe le borse, in questa seconda settimana di novembre. Dai minimi mensili di lunedì 8 novembre, l’Ice Arabica ha segnato un forte rimbalzo sin dalla seduta di martedì (+625 punti): il contratto per scadenza dicembre è risalito così a 205,90 centesimi.
Le prese di beneficio hanno riportato in territorio negativo nella giornata di mercoledì, con chiusura in ribasso di 190 punti, a 204 centesimi.
Giovedì, una nuova fiammata speculativa ha fatto volare il benchmark oltre la soglia dei 2 dollari e 10, a un nuovo picco di 210,90 centesimi. Si tratta del livello massimo da quasi un mese a questa parte.
Ad alimentare gli acquisti, il dollaro debole, ma anche le previsioni del U.S. Climate Prediction Center, che si aspetta un intensificarsi del fenomeno La Niña nel corso dei prossimi 3 mesi, destinato ad accentuare l’instabilità climatica.
Forti turbolenze anche sul mercato londinese. Il contratto per scadenza gennaio dell’Ice Robusta è volato ieri a un nuovo massimo storico di 2.292 dollari, in rialzo di 77 dollari sulla seduta precedente.
Questa accentuata volatilità delle borse riflette la tensione dei mercati e le notizie altalenanti sul fronte dei fondamentali
I minimi di inizio settimana sul versante degli arabica sono stati indotti da alcune previsioni moderatamente ottimistiche sul prossimo raccolto brasiliano, alimentate dal buon andamento delle piogge nelle ultime settimane.
La produzione di arabica dovrebbe segnare una ripresa, anche se il potenziale produttivo risentirà pesantemente della siccità e delle gelate di quest’anno.
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