MILANO – Agosto al ribasso per le borse del caffè, dopo le tensioni speculative di fine luglio, che hanno portato a una temporanea situazione di backwardation (mercato inverso) su entrambi i mercati. A New York, il contango si è ristabilito con la virata al ribasso, che ha portato ai minimi di metà mese. Il massimo mensile è stato raggiunto il 2 agosto, quando settembre è volato a quota 166,95 centesimi, il livello massimo per la scadenza principale dagli ultimi giorni di giugno.
Ma sin dal giorno successivo, il trend si è ridimensionato, per effetto del rivalutarsi del dollaro.
La settimana si è conclusa così in territorio negativo, con il benchmark a 161,35 centesimi. Nuova ripartenza lunedì 7 agosto. Ma è stata l’ultima seduta in nero prima di una striscia negativa di otto sedute consecutive, che ha spinto dicembre (divenuto intanto scadenza principale) sotto la soglia del dollaro e mezzo, a 149,10 centesimi.
Per trovare livelli di prezzo più bassi sul benchmark è necessario risalire addirittura a gennaio.
Sull’andamento delle borse del caffè ha inciso innanzitutto, l’immissione nel mercato di quantità maggiori del nuovo, abbondante raccolto brasiliano
In particolare, i dati Cecafé sull’export del Brasile, che ha registrato, a luglio, un 18,7%, per un totale di 2.991.495 sacchi di caffè in tutte le forme. Le esportazioni di verde sono state di 2.695.811 sacchi, in crescita del 22,3%. Impressionante la ripresa dei robusta: +245,4%, per un volume di 505.153 sacchi, che si riavvicina ai massimi storici della fine del decennio trascorso.
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