Si ricicla tutto quello che si può, a bordo della Stazione spaziale internazionale. Anche l’urina. Questo, tra l’altro, si traduce anche in sostanziosi risparmi sui rifornimenti da spedire in orbita. Il sofisticato sistema di trattamento (Urine Processing Assembly o Upa) permette infatti di estrarre e separare l’acqua dagli elementi di scarto.
La prima subisce quindi un ulteriore trattamento che la rende di nuovo potabile. È così che, spiega Samantha Cristoforetti (in foto) nel suo ultimo post sul suo diario di bordo, è possibile “trasformare il caffè di ieri nel caffè di domani”, citando Don Petitt, astronauta americano che l’ha preceduta sulla Iss.
E aggiunge: “Se siete fra quelli che trovano questo piuttosto fastidioso o perfino disgustoso, cercate di vederlo in questo modo: la nostra nave spaziale Terra è, fra le molte altre cose, un gigantesco Upa. Semplicemente, non siamo abituati a pensare alla storia precedente delle molecole d’acqua nella nostra bevanda: non avrebbe molto senso, vero? Nemmeno sulla Iss ci pensiamo…”