MILANO – Con l’abolizione temporaneo del cashback a fine giugno, il Governo ha compensato con l’introduzione di un bonus per i pagamenti digitali per tentare di incentivare i consumatori e i clienti a scegliere questa modalità di transazione. Così si limitano i contagi e anche l’evasione fiscale. Leggiamo in cosa consiste l’agevolazione dall’articolo di Stefano Rizzuti su fanpage.it.
Pagamenti digitali: col bonus, quali i vantaggi
Il decreto Lavoro e Imprese approvato in Consiglio dei ministri il 30 giugno ha sospeso temporaneamente il cashback, ma ha introdotto nuovi bonus per promuovere i pagamenti elettronici. La differenza è che in questo caso a essere avvantaggiati saranno solamente gli esercenti e non, quindi, chi spende.
La lotta all’evasione fiscale attraverso i pagamenti elettronici si sposta su un fronte diverso, cercando di incentivare l’utilizzo del Pos collegato al registratore di cassa. Il decreto prevede un credito d’imposta per l’acquisto, il noleggio o l’utilizzo di questi dispositivi ma anche, allo stesso tempo, un azzeramento delle commissioni da pagare sulle transazioni.
L’azzeramento delle commissioni sui pagamenti digitali
La prima novità è il credito di imposta previsto per i commercianti e i titolari di partita Iva per le commissioni da pagare sull’utilizzo di uno strumento di pagamento tacciabile: il credito sale dal 30% al 100%, prevedendo di fatto un azzeramento delle commissioni. Questo credito, così come quello previsto per l’acquisto del Pos, spetta agli esercenti di attività di impresa, arte o professioni che effettuano cessioni di prestazioni e beni.
Il credito d’imposta per il Pos: il bonus bancomat
L’altra novità è il credito di imposta per l’acquisto, il noleggio o l’utilizzo di strumenti che consentono di accettare il pagamento elettronico e il collegamento ai registratori telematici. Il bonus è valido per gli acquisti tra il primo luglio 2021 e il 30 giugno 2022 e il credito è parametrato al costo di acquisto o noleggio e alle spese per il convenzionamento e per il collegamento tecnico tra gli apparecchi.
Il limite massimo è di 160 euro per soggetto, con differenze per il credito in base ai ricavi:
10% per ricavi da 1 a 5 milioni di euro;
40% per ricavi da 200mila a 1 milione di euro;
70% per ricavi inferiori ai 200mila euro.
Il secondo credito d’imposta viene previsto per l’acquisto di strumenti evoluti, che consentono anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica. In questo caso il limite massimo sale a 320 euro per soggetto e il credito è commisurato ai ricavi:
40% per ricavi da 1 a 5 milioni di euro;
70% per ricavi da 200mila a 1 milione di euro;
100% per ricavi inferiori ai 200mila euro.
I crediti di imposta sono utilizzabili solo in compensazione e devono essere indicati in dichiarazione dei redditi.