MILANO – illy e Jab Holding sono prossime alla stipulazione di una partnership strategica, che comprenderà il caffè porzionato e molto altro ancora. La notizia è stata lanciata dall’agenzia Bloomberg nella tarda serata di venerdì e prontamente ripresa dall’agenzia Ansa.
Il Corriere della Sera ha fatto in tempo a pubblicare una breve già nel numero cartaceo di sabato.
Un nuovo scoop
Siamo di fronte a un vero scoop, visto il prestigio internazionale del marchio triestino e l’immane potenza finanziaria della corrazzata lussemburghese. L’ennesimo, vista la velocità frenetica con la quale soldi e pedine si muovono sulla scacchiera globale del caffè, in una fase di forte concentrazione e consolidamento delle posizioni.
Ma andiamo con ordine
Tutto è iniziato venerdì mattina con l’annuncio, da parte di illycaffè, di una conferenza stampa alle 10 di lunedì mattina in Villa Necchi Campiglio, a Milano. Nel comunicato, nessuna anticipazione sull’oggetto delle comunicazioni o sul programma.
Poi nella serata di venerdì, le rivelazioni di Bloomberg, che hanno reso chiaro lo scopo dell’evento.
Secondo l’agenzia americana, che cita fonti riservate vicine alle trattative, illy e Jab starebbero per allacciare una partnership, che comprenderebbe la produzione di capsule Nespresso-compatibili a marchio illy da parte di Jde (Jacobs Douwe-Egberts), massima società pure-play a livello mondiale nel settore del caffè, di cui Jab detiene il controllo attraverso la sua sussidiaria Acorn Holdings.
Ma l’operazione avrebbe una visione strategica ben più ampia. Quale? Non è ancora dato modo di saperlo. La fonte citata da Bloomberg sostiene che i termini dell’accordo sono tuttora in via di definizione e potrebbero cambiare di qui a lunedì mattina.
Stretto riserbo da parte dei diretti interessati. Un portavoce di Jde ha dichiarato di non voler esprimersi su dei rumour. Da Trieste – ormai in pieno clima Barcolana – si declina qualsiasi commento. Mentre Jab non è risultata raggiungibile.
Jacobs Douwe Egberts è la multinazionale che nei giorni scorsi ha annunciato la chiusura del proprio stabilimento italiano di Andezeno (Torino) dove si producono oggi i caffè HAG e Splendid. La produzione sarà trasferita, da gennaio, in Bulgaria.
Accordo a sorpresa?
Fino a un certo punto. Con il senno di poi si capisce che qualcosa stava bollendo in pentola già da mesi. A metà luglio, un retroscena Bloomberg aveva riferito di abboccamenti nei confronti di illy, sia da parte di Jab che di Nestlé. Avances, in entrambi i casi, respinte dalla casa triestina.
In una successiva nota, Andrea Illy aveva confermato l’esistenza di contatti regolari con entrambe le società, volti al confronto “su aspetti non concorrenziali”. E aveva aggiunto: “Ogni ipotesi di accordi a livello societario è stata ritenuta inappropriata”.
Non siamo in vendita, ma …
Ma meno di due settimane più tardi, l’Ad Massimiliano Pogliani – in un’intervista al Financial Times – si sbilanciava un po’ di più lasciandosi andare a un sibilino: “non siamo in vendita, ma pronti al dialogo”.
E a quel punto, le trattative con Jab – ovviamente riservatissime – erano già in pieno corso…..
In cosa potrà consistere la partnership?
Al di là della fabbricazione delle capsule compatibili, che non richiede particolare expertise e che non dovrebbe costituire lo scopo principale del deal, possiamo ipotizzare una partnership volta a valorizzare i rispettivi vantaggi competitivi.
Da un lato l’indiscutibile appeal del brand triestino; dall’altro la potenza commerciale e finanziaria della gioiosa macchina da guerra di Jab, forza rampante che punta a strappare a Nestlé la leadership mondiale del settore caffè.
Oltre alla quota di maggioranza di Jde, Jab Holding Company e Jab Consumer Fund vantano infatti quote di controllo nei colossi nord americani Panera Bread, Peet’s Coffee & Tea, Caribou Coffee, Einstein Noah Restaurant Group, Krispy Kreme.
Senza dimenticare Espresso House, la massima catena di caffetterie della Scandinavia. E i raffinati torrefattori third wave statunitensi Stumptown Coffee Roasters e Intelligentsia.
Inoltre, assieme ad altri investitori di minoranza, Jab Holding ha acquisito nel dicembre 2015 addirittura il colosso statunitense del caffè in capsule, Keurig Green Mountain, che già aveva visto tra i propri azionisti la Lavazza.
A gennaio di quest’anno, la stessa Keurig ha annunciato l’acquisizione per fusione di Dr Pepper Snapple (7Up), un affare da 18,7 miliardi di dollari.
Lo shopping più recente risale a fine maggio, quando è stata rilevata la catena di fast food e caffetterie britannica Pret A Manger: un ulteriore deal da un miliardo e mezzo di sterline.
Operazioni colossali, per le quali Jab ha messo sul tavolo negli ultimi anni somme ingenti, non meno B si è espansa rapidamente, spendendo oltre 26 miliardi di euro.
Ma in questo caso, Jab non acquista a colpi di miliardi, bensì stipula un’alleanza da pari a pari con un partner di prestigio.
Nuove coordinate
Illy ha ribadito di voler rimanere un’azienda familiare, ma avere un partner di peso offre enormi vantaggi in termini commerciali. Cosa questa importante tanto per il caffè, che rimane il core business del gruppo giuliano, quanto per gli altri ambiti merceologici in cui illy è entrata negli ultimi anni, con l’obiettivo di creare un polo del lusso gastronomico.
C’è poi il problema della ricapitalizzazione, che ha spinto il gruppo triestino ha considerare una prima offerta pubblica per le attività diverse dal caffè. Per espandersi, la holding ha bisogno di denaro fresco e Jab – cassaforte della famiglia tedesca Reiman – ne ha in abbondanza.
Un mercato eccezionalmente vivace
Il mercato globale del caffè è eccezionalmente vivace e i colpi di scena si succedono a una velocità impensabile sino a pochi anni fa.
Lunedì 1° ottobre, Giornata internazionale del caffè, Lavazza ha annunciato una nuova importante acquisizione: quella del business caffè di Mars. L’intento è quello di rafforzarsi nei segmenti Ocs e Vending.
A inizio settembre, Coca-Cola ha rilevato la britannica Costa Coffee, seconda catena di caffetterie al mondo.
E a fine agosto, Starbucks e Nestlé hanno annunciato il closing dell’accordo in base al quale la multinazionale elvetica commercializzerà i prodotti della catena di Seattle al di fuori degli store del gruppo statunitense.
Logiche e coordinate sono radicalmente cambiate nel mercato del caffè e determinano politiche e strategie di espansione la cui ratio è estremamente diversa da quella di un tempo.
I confini tra le merceologie si fanno più evanescenti. Il posizionamento dei prodotti nei diversi segmenti si evolve. E ciò contribuisce ad avvicinare universi lontani.
Come quelli di illy, torrefattore di alta gammache produce e vende un unico blend, e Jab, che vanta un portafoglio con decine di marchi e centinaia di referenze nei mercati di tutto il mondo.
Cosa farà incontrare questi mondi? Lunedì mattina sapremo qualcosa di più.