domenica 22 Dicembre 2024
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Blockchain: nuove sfide e le opportunità per la filiera del caffè dentro una tesi di laurea

La tecnologia blockchain, ha la possibilità di creare un percorso di innovazione nel settore agrifood basandosi sulle caratteristiche per cui è stata creata, ovvero, trasparenza, tracciabilità e immutabilità

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MILANO – Fabrizio di Fede, export sales manager di Caffè DF, ha inviato un interessante articolo che riassume la sua tesi di laurea dedicata alla blockchain nella filiera del caffè. Di Fede ha approfondito il tema,  cercando di essere sintetico e riassumerlo il più possibile. Evitando anche eccessivi tecnicismi ed inglesismi non necessari per la buona comprensione del testo.

di Fabrizio di Fede

L’avanzamento della tecnologia blockchain, sin dal suo lancio nel 2008, ha visto sviluppi in molteplici settori: tra questi, più recentemente, ha fatto il suo ingresso ponendosi degli obiettivi positivi anche nella catena produttiva del caffè.

L’introduzione della blockchain all’interno della filiera agroalimentare, in questo caso il settore del caffè, non riguarda solamente una singola impresa; solitamente, la supply chain consiste in quattro fasi: produzione della materia prima, lavorazione, distribuzione, vendita (ingrosso o dettaglio).

In ognuna delle quattro fasi si evidenziano criticità che risultano risolvibili con una applicazione tecnologica, in questo caso la blockchain, che permetterebbe una diminuzione sostanziale di tempistiche dovute a complessi sociali quali burocrazia, complessità gestionale, lentezza nella logistica, refusi e mancanze informative.

In aggiunta, il processo di globalizzazione intensifica ulteriormente queste problematiche, dovute all’inserimento di più interpreti in ogni fase, e il rischio che si verifichi un errore umano, che sia di pianificazione o di esecuzione, aumenta in maniera proporzionale.

La tecnologia blockchain, pertanto, ha la possibilità di creare un percorso di innovazione nel settore agrifood basandosi sulle caratteristiche per cui è stata creata, ovvero, trasparenza, tracciabilità e immutabilità.

L’effetto ottenuto è un insieme di processi più semplici, meno dispendiosi sia a livello economico, sia per quanto concerne la manodopera.

Si può riassumere l’applicazione della blockchain in questo settore in tre punti: ottimizzazione dei sistemi di governance e sistemi di organizzazione, tracciamento del prodotto dal principio al termine del suo ciclo, riduzione dei rischi di contraffazione e frode nei confronti di produttori e consumatori.

Blockchain, un’enorme innovazione

Nel nostro paese l’uso di questo processo si tradurrebbe in un’enorme innovazione per il mercato agroalimentare, poiché pilastro della economia italiana, producendo nel solo 2020, in pieno periodo COVID-19, un ammontare pari a 64 miliardi di euro, ovvero il 13,5% del PIL.

A causa della globalizzazione e del continuo aumento di popolazione, di conseguenza anche delle necessità e richieste alimentari, il settore agrifood ha subito un aumento della domanda: l’effetto creato è l’espansione della filiera alimentare, la quale precedentemente coinvolgeva solamente un numero limitato di attori, si ritrova ora a contare decine di passaggi interni alla sua realizzazione.

Blockchain per il consumatore finale

Il consumatore finale ottiene così la possibilità di conoscere approfonditamente la filiera: viene migliorata la capacità di decisione nell’acquisto, aiutando a orientarsi verso un consumo più sostenibile e più sicuro, migliorando il CPV (Customer Perceived Value), ovvero la percezione del valore delle imprese coinvolte da parte dei clienti.

Una tra le prime aziende che si è dilettata nella sperimentazione dell’utilizzo di blockchain nel mercato del caffè è iFinca, nata nel 2018: la mission di quest’azienda colombiana è il tentativo di collegare il produttore di caffè ai mercati globali tramite l’utilizzo della blockchain Coffeechain, una tecnologia DLT in canone di utilizzo che permette di proteggere tutti i dati raccolti nella supply chain, Producer Impact: che garantisce elevati livelli di trasparenza e tracciabilità a tutti gli stakeholders della filiera.

Blockchain

Viene mostrato come l’introduzione di iFinca abbiamo aumentato il valore medio del prezzo pagato al coltivatore: il prezzo di mercato (C Price) ha subito un aumento da 1.06$ per libbra a 2.07$.

Finora le sperimentazioni su filiera di utilizzo della blockchain sono avvenute solamente sul mercato degli specialty, prodotti prevalentemente di nicchia con un mercato più ristretto legato prevalentemente agli appassionati della bevanda o alle competizioni svolte annualmente.

Con l’introduzione di nuove regolamentazioni giuridiche e il tentativo di superare i limiti e le barriere infrastrutturali, la possibilità di estendersi anche nel commodity market risulta sempre più plausibile.

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