ROMA – Il 2024 è stato un anno complicato per la birra artigianale italiana, al quale i birrifici si sono adattati con scelte prudenti, senza tuttavia perdere la forza creativa che da sempre contraddistingue il settore. Lo dimostrano le quasi 700 birre inedite prodotte nel corso dell’anno e censite da Whatabeer, la piattaforma curata da Cronache di Birra su cui si basa il nuovo report Italian Craft Beer Trends.
L’ingrediente più utilizzato nelle birre inedite del 2024 è stata la vaniglia. In seconda posizione troviamo invece il caffè, da anni ormai tra gli ingredienti speciali preferiti dai birrifici italiani.
Il suo utilizzo è strettamente legato al fenomeno dello specialty coffee ormai ben radicato anche in Italia. La filosofia dello specialty coffee condivide diversi elementi con quella della birra artigianale, favorendo collaborazioni tra birrifici e torrefazioni che hanno dato vita a risultati molto apprezzabili.
È proprio Italian Craft Beer Trends a restituire una preziosa fotografia delle tendenze in atto nel segmento della birra artigianale. Di fronte agli ostacoli emersi nel corso del 2024, i birrifici italiani hanno risposto riducendo i rischi e puntando su tipologie brassicole di facile approccio, che peraltro assecondano i cambiamenti avvenuti di recente nell’approccio dei consumatori alla birra artigianale.
Andrea Turco, fondatore e direttore editoriale di Cronache di Birra, commenta così i dati emersi dal report: “I dati di questa prima edizione di Italian Craft Beer Trends sono indubbiamente interessanti e rispecchiano il momento che sta vivendo il segmento della birra artigianale. Il 2024 è stato un anno non facile per il nostro comparto, a causa delle difficoltà che sono emerse con veemenza nei dodici mesi precedenti. I prezzi sono aumentati, la predisposizione all’acquisto dei consumatori si è ridotta e si sono susseguite diverse chiusure tra pub e birrifici, alcune sanguinose”.
Turco aggiunge: “Nonostante non siano mancati anche aspetti positivi, il 2024 è stato un anno contraddistinto da molta cautela. I birrifici e gli altri operatori del settore hanno compiuto scelte conservative e limitato i budget, con prospettive a breve termine nell’attesa di trovare una nuova dimensione in un contesto profondamente cambiato e molto più sfidante. La produzione delle nuove birre italiane ha rispecchiato questo sentimento, con la scelta di puntare su tipologie di approccio immediato e facili da bere. È altresì una risposta all’approccio che hanno oggi molti bevitori nei confronti della birra artigianale, desiderosi di un consumo meno cervellotico e più diretto, privo di sovrastrutture spesso autoreferenziali”.
Quasi la metà delle birre inedite del 2024 è rientrata in due famigle brassicole: le American IPA, declinate soprattutto secondo il modello della West Coast, e le Lager della tradizione mitteleuropea, con un’interessante ascesa degli stili tipicamente cechi. Due macro categorie diverse tra loro da diversi punti di vista, ma accomunate dalla propensione a una bevuta immediata e relativamente semplice, senza troppi fronzoli. In generale gli stili appartenenti alla tipologia delle “birre speciali” hanno mostrato una discreta tenuta, sebbene alcune specialità, come le Italian Grape Ale, siano apparse in sofferenza. Un calo evidente ha riguardato anche gli stili della cultura brassicola belga, sempre più trascurati nelle scelte dei birrifici italiani.
Nel 2024 la gradazione alcolica media delle birre inedite è stata pari al 5,82%, rimanendo praticamente invariata rispetto all’anno precedente (5,89%). Tuttavia, nonostante la differenza sia limitata a pochi centesimi, si conferma la tendenza alla riduzione del volume alcolometrico registrata negli ultimi anni. È comunque un’evoluzione molto lenta, che dimostra la reticenza dei birrifici italiani a rivolgersi al segmento delle NoLo (birre analcoliche o a basso contenuto alcolico). Una maggiore convergenza è attesa nel corso del 2025.
A proposito delle aspettative per l’anno in corso, è ancora Andrea Turco ad analizzare quanto ci attende nei prossimi mesi:
I consumatori sembrano decisamente orientati verso birre leggere, anche in termini di volume alcolometrico. Il nuovo codice della strada, inoltre, sembra destinato a modificare ulteriormente le abitudini dei bevitori, con pesanti ripercussioni tra gli esercenti. I prossimi mesi potrebbero allora essere decisivi per il definitivo ingresso dei birrifici italiani nel segmento delle NoLo. Se non con birre dichiaratamente analcoliche, per le quali alcuni limiti sono difficilmente superabili, almeno con quelle a bassa gradazione alcolica.
In generale l’auspicio è che anche nel 2025 il settore della birra artigianale si dimostri dinamico e resiliente. Non sarà un anno facile, ma per le sue caratteristiche l’ambiente è in grado di adattarsi velocemente ai mutamenti in atto. Il piacere che è in grado di offrire un boccale di birra è qualcosa di intramontabile, che resisterà sempre alle evoluzioni della società e al gusto dei consumatori. È importante tenere sempre a mente questo banale ma importantissimo assioma.
Italian Craft Beer Trends è disponibile in due formati. Stampato con copertina rigida e acquistabile su Amazon, oppure scaricabile gratuitamente in formato pdf su Cronache di Birra.
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L’edizione 2024 di Italian Craft Beer Trends è realizzata grazie al supporto di:
• Cime Careddu – Azienda leader di settore per il confezionamento della birra. Forte di un’esperienza di oltre 40 anni nell’ambiente, offre soluzioni personalizzate di altissima qualità, capaci di adattarsi alle esigenze dei clienti garantendo la massima cura per una delle fasi cruciali del processo produttivo.
• ANIMA by Cerve Group – Anima Cerve è il nuovo brand del Gruppo Cerve, specializzato in calici e bicchieri per il settore beverage e enologico. Anima unisce la tradizione artigianale del vetro soffiato a bocca con tecnologie avanzate. I prodotti, pensati per una degustazione professionale di alto livello, sono personalizzabili e riflettono l’identità di ogni cliente
• Unionbirrai – Fondata nel 1999, Unionbirrai è l’associazione pioniera per la tutela e la promozione dei microbirrifici italiani. Diventata Associazione di Categoria nel 2017, supporta i piccoli produttori indipendenti con azioni normative, promozionali e di difesa contro l’industria, valorizzando la Birra Artigianale.