giovedì 19 Dicembre 2024
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Biorepack: bioplastiche compostabili promosse compost di qualità

Il vero problema per la corretta gestione dei rifiuti organici, è stato spiegato dagli esperti, è "la frazione estranea di materiali non compostabili che in alcuni casi raggiungono il 12% del totale (plastica, vetro, metalli)"

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Gli impiantisti promuovono le bioplastiche compostabili tra rifiuti organici sostenendo la loro utilità per avere un compost di qualità. Questo è ciò che emerge da un’indagine sul fine vita dell’umido svolta da Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Le bioplastiche compostabili per compost di qualità

MILANO – Bioplastiche compostabili tra i rifiuti organici? Gli impiantisti le promuovono a pieni voti sostenendo che sono “utilissime per avere un compost di qualità”. È quanto emerge da un’indagine sul fine vita dell’umido svolta da Biorepack – consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile – fra i gestori degli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, da Nord a Sud.

Il vero problema per la corretta gestione dei rifiuti organici, è stato spiegato, è “la frazione estranea di materiali non compostabili che in alcuni casi raggiungono il 12% del totale (plastica, vetro, metalli)”.

E’ fondamentale, è l’appello dei gestori degli impianti alla politica, “investire sulla chiarezza delle etichette, nell’informazione ai cittadini e nella repressione contro chi aggira i divieti di vendita delle stoviglie in plastica tradizionale”.

Le telecamere di Biorepack hanno realizzato nelle scorse settimane un vero e proprio “Giro d’Italia” da Nord a Sud: dal Piemonte alla Puglia passando per il Veneto, l’Abruzzo e la Sardegna. Obiettivo: dar voce ai gestori degli impianti di compostaggio e di trattamento anaerobico che quotidianamente ricevono la raccolta differenziata dei rifiuti organici e devono trasformarli in compost, fertilizzante naturale reso ancor più prezioso dall’impennata dei prezzi dei loro omologhi chimici ed estremamente utile per rafforzare la transizione verso la bioeconomia circolare, restituendo al tempo stesso sostanza organica ai terreni agricoli italiani, alle prese con un rischioso processo di desertificazione.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

FONTEansa.it
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