“ essi chiamano cahuè…Quando vogliono berne, prendono un bricco adibito a quell’ uso, da loro chiamato ibrik, lo riempiono d’acqua e lo mettono a bollire; quando bolle vi gettano dentro una cucchiaiata di quella polvere ogni tre tazze d’acqua… quando ha bollito per cinque o sei volte successivamente, la si versa in tazzine di porcellana disposte su un vassoio di legno dipinto e viene servita così, ancora bollente…”
Nel 1658 lo studioso francese Jean de Thévenot, di ritorno da un viaggio in Oriente, riferiva queste notizie. Erano gli anni in cui il caffè, bevanda sconosciuta fino ad allora, iniziava l’avventuroso viaggio dai Paesi Arabi alla conquista dell’Europa, per imporsi come rito quotidiano nella società borghese ed aristocratica.
Le primissime caffettiere nel Seicento erano semplici bricchi alti e stretti con beccucci corti e dritti, oppure più raffinati samovar in ottone, rame o latta stagnata. In esse il caffè si preparava alla moda turca, facendo bollire più volte la polvere in acqua calda, una tecnica che si userà quasi fino al Novecento. Con il tempo si fecero preziose, in argento o porcellana, e sempre più avanzate tecnologicamente per ottenere un liquido limpido, denso e corposo.
Nel Settecento compariva il sistema “ad infusione”, in cui l’acqua bollente era versata sulla polvere di caffè e colata nel vaso sottostante: spuntavano le prime grandi caffettiere “a filtro” con filtri in stoffa, carta o metallo, e più tardi quelle “a stantuffo”.
Nel 1819 il francese Morize inventava la “napoletana” o “cuccumella”, prima in latta stagnata e più tardi in alluminio, che divenne subito il sistema casalingo più usato in Italia, fino a quando nel 1933 Alfonso Bialetti brevettava la famosa “moka”, e invadeva letteralmente le case degli italiani con le “macchinette” recanti la sua personale caricatura dello storico ”omino coi baffi”.
Contemporaneamente, nascevano i primi rudimentali esperimenti con il sistema “espresso”, enormi marchingegni dotati di leve e pistoni, in cui il caffè veniva estratto grazie all’effetto della pressione dell’acqua, con la novità di ottenere finalmente una cremosa bevanda in pochi secondi.
Molti personaggi che hanno fatto la storia dell’imprenditoria italiana, come Moriondo, Arduino, Pavoni, Cimbali, Bezzera, Illy, Gaggia, Valente e molti altri, perfezionarono di continuo tale sistema, in modo da ottenere sempre più rapidamente, e a ciclo continuo, un caffè ristretto e corposo, limpido e dalla crema color nocciola, che ancora oggi rappresenta un vanto della migliore tradizione italiana nel mondo.