MILANO – The Bigger, the Better era un tempo il mantra dell’industria americana del caffè e non solo: in tempi di selezione e concentrazione dei competitor globali il motto continua a valere, ma ci sono grandi marchi che hanno perso l’appeal di un tempo e tra questi c’è Maxwell House, storico brand di oltreoceano. Il caffè buono sino all’ultima goccia come recita lo storico claim ancora oggi in auge, preferito da generazioni di americani e – come vuole la leggenda – dallo stesso presidente Roosevelt.
Voci sempre più insistenti danno Maxwell House tra gli asset che Kraft Heinz vorrebbe mettere sul mercato, come da noi riferito già lo scorso febbraio.
A detta degli analisti, la vendita di Maxwell House potrebbe portare in cassa sino a 3 miliardi di dollari
E si aggiungerebbe ad altre dismissioni di marchi eccellenti che Kraft Heinz – quinta multinazionale al mondo (terza in nord America) del settore alimentare e delle bevande – intenderebbe attuare nell’ambito del vasto progetto di ristrutturazione voluto dal suo principale azionista, la società d’investimenti brasiliana 3G Capital.
Kraft Foods è stata acquisita da 3G Capital nel 2015 ed è stata successivamente fusa con la Heinz, dando vita a Kraft Heinz Company.
Una fusione da 49 miliardi di dollari accolta molto positivamente dai mercati, perlomeno all’inizio.
Ma che ben presto però ha cominciato a dimostrare tutti suoi limiti. Anche a causa di un modello di gestione – quello di 3G Capital – che ha attirato critiche e dubbi quanto alla sua sostenibilità a lungo termine.
Tagli drastici di personale e budget ridotti all’osso hanno dapprima prodotto buoni risultati finanziari.
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