VENEZIA – Come da tradizione ciascun opening della Biennale di Venezia s’accompagna ad una serie di mostre ed eventi che trasformano la Laguna nel più importante palcoscenico internazionale dedicato all’arte e ai suoi protagonisti.
Non fa eccezione questa 57^ edizione che cade per altro in un 2017 già salutato come l’anno d’oro per il contemporaneo.
Tra le molte iniziative che Venezia offre va segnalato il progetto intitolato RIO GRANDE. Postcards from the border dell’artista e filmmaker ravennate Yuri Ancarani, ospitato in una cornice davvero unica: lo storico Florian di Piazza San Marco, internazionalmente rinomato come il caffè più antico al mondo.
Da molti anni ormai La Sala delle Stagioni all’interno del locale ospita il programma di esposizioni intitolato Temporanea Le realtà possibili del Caffè Florian, che offre ai visitatori per questa XIV edizione l’inedita installazione dell’artista.
L’artista italiano, riconosciuto come una degli sguardi più interessanti nel territorio trasversale tra arte e cinema, ha realizzato un film durante il suo ultimo viaggio negli Stati Uniti nel quale il vastissimo territorio di confine col Messico appare come un mondo lontanissimo e insieme estremamente reale, tangibile.
Il corso del Rio Grande, così come gli spazi sterminati del deserto di Chihuahua, tratteggiano i limiti fisici e geografici di questa operazione e si traducano nel lavoro di Ancarani come il punto d’incontro di svariate riflessioni politiche, sociali e identitarie attorno al tema dei confini, visibili e invisibili.
Cosa lega dunque quel territorio remoto, scarsamente popolato, laddove Donald Trump vorrebbe erigere il muro-simbolo della sua propaganda, con le stanze sontuose e cariche di storia del Florian?
“Venezia deve la sua ricchezza allo scambio”, ci spiega Ancarani, “Il Florian è il salotto dove è visibile questo splendore. Se da una parte si vuole chiudere con il cemento, la storia di Venezia c’insegna invece che l’apertura è ricchezza e che i confini vanno sempre attraversati”.
Rio Grande è un video suddiviso in tre schermi che alternano paesaggi desolati con location al limite del nulla, come le tipiche caffetterie americane assai diverse dal Florian. È ancora l’autore ad approfondire questo dialogo a distanza: “È importante che questo film venga mostrato in un luogo d’incontro, dove ci sono i camerieri e i clienti, che vivono quel luogo così carico di storia, mentre bevono anche solo un caffè insieme ai protagonisti del film.
È essenziale che ci sia un dialogo tra lo spettatore e l’opera. Questo lavoro non potrebbe infatti esistere in uno spazio espositivo tradizionale come un museo o una galleria, dove l’opera vive al centro, ma è fondamentale un luogo dove al centro ci siano le persone.
Il Caffè Florian, essendo il più antico caffè del mondo (1720), è simbolicamente perfetto, come spazio di inclusione e aperture: È stato tra l’altro il primo bar a consentire l’ingresso alle donne”.
La visione “decentrata” di Rio Grande suggerisce al visitatore l’esperienza del détournement, e delle diverse dinamiche relazionali implicite nei due luoghi (reale e filmato). Esperienza ulteriormente amplificata dall’attento lavoro sul suono che da sempre contraddistingue la produzione filmica di Ancarani che, come ci racconta, anche in questo caso nasce da un ascolto appassionato “In questo luogo d’incontro la musica è un elemento fondamentale, perciò ho pensato che si dovesse realizzare una stanza che creasse a sua volta una seconda atmosfera in tema con il film.
Ho montato il film ascoltando ossessivamente la musica del messicano Fernando Corona, in arte Murcof, e quando ci siamo sentiti il film era già impregnato della sua musica: a quel punto non potevo immaginarmi un sound diverso dal suo”.
Rio Grande sarà visibile fino al 10 settembre 2017 e come l’artista ci ricorda è un’opera site specific, pensata espressamente per questa occasione ma che coerentemente all’immaginario che descrive potrebbe in futuro evolvere in forme diverse, mettendo in relazione altri luoghi distanti ma altrettanto simbolici: “Sogno Rio Grande in un percorso itinerante allestito in alcuni bar, su qualche confine, da qualche parte nel mondo.”
Yuri Ancarani, RIO GRANDE. Postcards from the border
La videoinstallazione è aperta al pubblico al Caffè Florian, Piazza San Marco, Venezia,
fino al 10 settembre 2017, tutti giorni dalle h. 9 alle h.24
Riccardo Conti