PAOLA GUABELLO*
BIELLA – Negli Anni 30 era il ritrovo del mondo artistico, politico imprenditoriale: nelle sue cucine si sfornavano i canestrelli, ma anche il Pan d’Oropa che veniva spedito ai biellesi impegnati nella guerra d’Africa, e pochi anni dopo i Tigrini, pasticcini al cioccolato e rum che interpretavano, nel dopo guerra, la società che rialzava la testa e il benessere ritrovato.
Le vetrine spente di Ferrua, in via Italia, hanno fatto soffrire non pochi affezionati e golosi negli ultimi due anni. La notizia buona è che domani l’attività riprenderà a pieno ritmo, con le specialità che anno resto famoso lo storico caffè del centro, e nuovi gestori.
«Abbiamo ristrutturato apportando minimi cambiamenti nel rispetto dell’epoca in cui venne realizzato il locale – spiega Filippo Testa, terza generazione della famiglia che lo gestì per oltre settant’anni – Oggi s’inizia un corso nuovo, nuovi gestori, una nuova linea di prodotti nel rispetto della nostra tradizione e lunga esperienza. Un momento che condivideremo probabilmente con un altro marchio storico della pasticceria biellese. Nel restyling siamo rimasti fedeli agli arredi esistenti, adeguando soprattutto la parte tecnica e gli impianti alle nuove esigenze. Grazie ad artigiani e artisti abbiamo recuperato i lampadari d’epoca, esaltato il verde salvia, colore che da sempre ha caratterizzato il caffè. Del resto Ferrua è sotto l’ala della Soprintendenza del Beni storici e architettonici. Siamo annoverati fra i locali storici piemontesi».