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venerdì 22 Novembre 2024
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“Bicchierini di plastica: inquinano l’ambiente e guastano il sapore”

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MILANO – I bicchieri di plastica per l’espresso sotto accusa ancora una volta e stavolta non per una questione di sostenibilità ambientale. E’ vero che spesso, durante la giornata lavorativa, i distributori automatici sono una vera e propria salvezza. Ma al costo di dover rinunciare alla canonica tazzina dell’espresso. Ma la scienza consiglia che, per rendere giustizia alla bevanda, il contenitore fa la sua parte. Ecco cosa ha confermato la ricerca, dal sito rivistastudio.com.

Bicchieri di plastica? No grazie

Secondo Charles Spence, professore di psicologia sperimentale all’Università di Oxford, «il modo in cui i consumatori percepiscono il caffè è generalmente soggettivo. E molto dipende dalla tazza in cui lo si beve».

La regola aurea vorrebbe che questa piccola meraviglia di ingegneria fisica e chimica venisse bevuta in una tazzina preriscaldata a 35° o 40°

Di capienza massima di 70ml così da favorire la migliore percezione dei profumi. Secondo quanto emerso dalla ricerca dell’università inglese, basterebbe in realtà che fosse di vetro o di ceramica.

Il vetro, infatti, manterrebbe più a lungo il calore delle bevande grazie alla bassa conduttività termica del materiale. Che impedisce al calore di disperdersi rapidamente nella tazza.

«Quella della ceramica è invece una scelta più estetica», spiega Spence. «a livello sensoriale, la superficie interna bianca della tazza offre un buon contrasto cromatico che sembra rendere il caffè, ai nostri occhi, più forte e intenso».

La “cromo degustazione”

Anche il colore, spiega l’esperto a Wired, influenzerebbe la nostra percezione del gusto. Con l’aiuto della psicologa Fabiana Carvalho, dell’Università di Campinas, Oxford ha infatti condotto una serie di esperimenti in Brasile. Dove, a consumatori non abituali, è stato servito caffè in tazze di colori diversi.

«La bevanda bevuta nelle tazze rosa sembrava loro più dolce, mentre quella servito in una tazza verde è parsa più acido», afferma la ricercatrice. Non solo. A condizionarci sarebbe anche la superficie, liscia o ruvida, della tazzina. «Da un esperimento del 2018, in cui ai partecipanti venne servito caffè in bicchieri di ceramica diversi, emerse che la bevanda bevuta dalle tazzine lisce risultava più dolce, benché fosse sempre la stessa», continua Spence.

Rosa o verde, levigata o meno, Greta Thunberg aveva previsto tutto.

Secondo la scienza per la plastica non ci sarebbero attenuanti: il caffè sarà sempre meno buono

A differenza della ceramica o del vetro, i bicchieri di plastica infatti assorbono nel tempo ogni tipo di odore. Specie se il distributore non gode della necessaria e accurata pulizia. «Senza considerare poi i coperchi di plastica con il buco forniti da alcune multinazionali», dice Spence. «Oltre a essere inutili nel mantenere il calore, impediscono l’esperienza “ortogonale” del caffè; evitando così al suo profumo di raggiungere il nostro naso. È un piacere dimezzato, che senso ha?».

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