SANT’ANGELO (Pesaro) – Sono state festività amare per i 51 ex dipendenti della Bianchi Vending che, pur essendo ancora in cassa integrazione dallo scorso luglio, non percepiscono più le mensilità. L’azienda bergamasca che produce distributori automatici, durante una fase di ristrutturazione aziendale, ha deciso nel 2011 di chiudere lo stabilimento abruzzese di Città Sant’Angelo in cui lavoravano 74 operai.
Bianchi Vending in difficoltà
Secondo gli ultimi accordi siglati in Confindustria Pescara a giugno 2102 la Cigs sarebbe dovuta durare almeno fino a luglio 2013. Quindi altri dodici mesi, poiché, come è previsto dalla legge, il 30% delle unità è stato già ricollocato in altre aziende del territorio.
Ma così non è stato perché la corresponsione della cassa integrazione a quei 51 addetti; che non hanno avuto la stessa fortuna dei colleghi già reintegrati nel circuito produttivo. Poiché si è interrotta da cinque mesi.
Questa situazione sta mettendo in ginocchio le famiglie
Molte delle quali monoreddito, e che all’inizio i lavoratori imputavano a ritardi di carattere burocratico, ha ben altri risvolti. Stando a quanto riferiscono gli stessi cassaintegrati e come viene riportato nel verbale di un incontro avuto qualche giorno fa in Confindustria, esiste un esposto alla Procura della Repubblica di Pescara. Che ha innescato una serie di controlli da parte dell’ispettorato del Lavoro.
L’anomalia oggetto delle indagini sarebbe la nascita a Rosciano
Contestuale alla cessazione delle attività nel sito angolano – della Gombs srl, una società che produce macchine su commesse proprio per la Bianchi Vending. Condividendo pure il consulente del lavoro che rappresentava e rappresenta la Bianchi nella trattativa per la chiusura dello stabilimento avviata e poi conclusa due anni fa.
I lavoratori, dunque, si sentono beffati due volte
Sono rimasti senza lavoro e ora anche senza ammortizzatori sociali fino a quando l’intera vicenda non verrà chiarita. Da alcune indiscrezioni sembrerebbe che le mensilità saranno di nuovo versate da marzo 2013, ovviamente con tutti gli arretrati dovuti.
Ma questa è una magra consolazione per le ex maestranze della Bianchi
Che si sono visti privare di quella che in alcuni casi è l’unica fonte di sostentamento per le proprie famiglie proprio in questo periodo di grave crisi economica, in cui è diventato più difficile riuscire a ottenere prestiti e agevolazioni dalle banche, mentre il costo della vita si è alzato. Un disagio economico che diventa quindi, oggi più che mai, anche un problema sociale.
Fonte: il Centro